Inizio subito col dire che: non parlerò del nuovo Nuovo iPad ( ‘-_- ) né dell’iPad 2 ristretto e infeltrito (non hanno usato ACE!). Il mercato degli smartphone / tablet ecc è così affollato, in perenne mutamento, caratterizzato da guerriglie e intriso da tifoserie insulse che non si può far altro che disinteressarsene completamente e sperare nel ritorno dei Nokia 3310 come simbolo di cellulare consumer, dello StarTAC con battery pack per i professionisti e degli Ericsson T28 per chi è veramente figo.

Parliamo invece delle cose serie: i computer. Lo so, cari imberbi fan di Justin Biber, non avete dimestichezza col termine. Computer è quella cosa vagamente squadrata che, se appiccicata ad un monitor e ad una tastiera, vi permette di fare molte più cose del vostro iPad e molto più comodamente, velocemente e senza smanacciare sul monitor stesso. Dovete anche sapere che una volta il “Computer” era il core business di Apple tanto che per ben 31 anni, fino al 2007, la ragione sociale dell’azienda era Apple Computer Inc, diventando poi semplicemente Apple Inc. Infatti una volta nei keynote Steve Jobs parlava soprattutto di computer. Poi si è iniziato a parlare di iPod, poi di iPhone, poi di iPad tanto che ormai la presentazione di un nuovo computer Apple è tipicamente relegata ai titoli di coda ed è già un grandissimo evento il fatto che se ne parli.
Quindi: sono contento, perché 2 dei 3 prodotti che speravo venissero aggiornati, sono stati finalmente annunciati! Di seguito elenco le novità ordine crescente di interesse personale: per futuri problemi di spazio vorrei pensionare dal ruolo di fisso il mio MacBook Pro sganciandolo il più possibile dall’Henge Dock, relegandolo a TV companion solo fin quando non arriverà l’OUYA.

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Il nuovo MacBook Pro 13″ retina display

Non me ne frega una mazza, però l’hanno fatto. Sinceramente sono ancora combattuto sulla reale utilità delle super densità di pixel dei nuovi schermi per portatili. Non sono sicuro che sia utile o comoda, ma comunque in teoria dovrebbe indicare uno schermo di qualità sopraffina e poi, già che c’è, al limite non si usa. Ma a questo punto offriamola quest’opzione “matte display”, no?
Mi spiego. Una volta, non moltissimo tempo fa, esistevano 2 linee di prodotti portatili: la linea “Pro”, prima detta “Power” dedicata all’utenza professionale e la linea “i” o “senza pro”, quella più consumer. C’era il PowerBook (G3, G4 ecc..) e l’iBook (il coloratissimo iBook G3 “Clamshell” e il candido iBook G4), che poi sono diventati rispettivamente MacBook Pro e MacBook quando si passò ad Intel. Quando furono introdotti gli schermi lucidi sulla linea portatili, per molto tempo sulla gamma Pro si poté scegliere di avere uno schermo opaco in luogo dei luminosissimi ma riflessatissimi schermi lucidi mentre sulla gamma consumer ti beccavi quello che c’era. Ora la gamma non-pro è sparita, assorbita un po’ dalle vendite del 13″ un po’ da quelle dei vari formati iPad, e con essa anche la possibilità di scelta sui prodotti “pro”, che forse sono anche un po’ meno “pro” di una volta.

Il nuovo iMac

In principio fu l’iMac G3, quello che segnò il ritorno di Steve Jobs ai vertici Apple, che diede l’immagine “colorfull” di Apple che permane ancora negli iPod, e quello che decretò la sparizione del floppy disk dalle scrivanie dei Mac User. Grazie iMac G3! Mai computer fu più rivoluzionario, sia nel design (policarbonato colorato e trasparente, predisposto per essere trasportato), sia per alcune scelte tecniche coraggiose: ad esempio, niente ventola di raffreddamento. Era il ritorno in grandissimo stile degli all-in-one, e giustamente il nuovo iMac non dovrebbe essere da meno. Quanta strada è stata fatta? Dall’iMac Blue Bondie all’iMac Lamp (dalle funzionalità simili ad un’abat-jour) a quello che più o meno è l’attuale design dell’iMac, via via assottigliato. E non dimentichiamo un cammeo del concetto dell’iMac originario riciclato sotto forma di eMac G4, quello antiproiettile, sopravvissuto per ben quattro anni quando ancora la Apple faceva computer e aveva una gamma articolata dedicata anche al settore educational.
Beh dopo ben 539 giorni in assenza di update, ecco il tanto atteso nuovo iMac, che giustamente vede la sparizione del lettore ottico! Altra rivoluzione nel design, la tecnologia costruttiva del display che ora assomiglia a quella dei MacBook Pro. Coraggiosissima scelta che probabilmente costerà tantissimo in assistenza (Apple Care obbligatoria), ma che premia dal punto di vista degli ingombri e delle prestazioni del monitor che si preannunciano straordinarie. A me, che mi diletto di fotografia, un po’ piacerebbe avere il monitor così ben fatto e ben calibrato. Altra novità: l’Apple Fusion Drive. Praticamente, l’ibrido SSD – HDD in salsa Apple. Bello, peccato che sia solo opzionale ed offerto ad un prezzo ignoto (sul MacMini costa 250 euro…) e non disponibile sulla versione più economica. Per quanto mi solletichi l’idea di avere un monitor strafigo (che poi, bisognerà vedere…) con integrati altoparlanti di dubbia efficacia e webcam HD, mi rendo conto che a casa ho giusto un 23″ con altoparlanti integrati di buona efficacia e una webcam logitech usb… oltre ovviamente a tastiera e magic trackpad.

Il nuovo Mac Mini

Eccheccazzo era ora!!! Sono occorsi 461 giorni per fare l’upgrade di questo prodotto, erede spirituale del fu Cube G4. Tipicamente i tempi di aggiornamento hardware Apple sono sempre stati più lnghi di quelli dei piccì, e questo si diceva che era un bene perché l’usato si svalutava meno e comunque sull’hardware Apple non c’era bisogno di tutti quei ritocchi. Peccato che questo discorso valeva quando: Apple usava PowerPC e gli altri Intel; esisteva un mercato serio dell’usato. Ora devi aggiornare come gli altri, ma le menti Apple erano impegnate a realizzare altri iCosi vari. Fino ad oggi il mio scarso interesse verso il piccolissimo di famiglia è sempre stato dovuto al fatto che, sostanzialmente, il MacMini è un carissimo portatile senza tastiera, senza monitor e senza batterie (e senza lettore ottico). Non che le cose siano cambiate, ma adesso sto cercando proprio quello (carissimo a parte, anzi se qualcuno vuol consigliare alternative non-apple). Come detto, attualmente mi ritrovo un monitor TV LG da 23″, una webcam mac-compatibile, tastiera e magic trackpad bluetooth: tutto utilizzato insieme al MacBook Pro 13″ che però soffre a fare il fisso. Il MacMini sarebbe per me la scelta ideale, anche visti i bassissimi consumi. La dotazione hardware è più che decente anche nella versione i5 meno cara, benché in questo caso non sia possibile scegliere l’opzione “fusion”… non che sia veramente interessato, nel caso, se proprio un giorno dovessi sentirne la mancanza, citofonerò a Seagate. Le porte presenti sono per me molto più che sufficienti, le uniche periferiche USB che mi sono rimaste sono… la webcam. Poi ho un hard disk esterno connesso via FW800, e quindi vado tranquillo. Tutto il resto o è scomparso o viaggia senza fili e probabilmente un futuro NAS farà capolino nella mia dotazione standard. L’unica cosa che mi lascerà sempre perplesso è il disco fisso leeeeento a 5400 giri/min peraltro non upgradabile ufficialmente… come già detto, Seagate Momentus XT su Amazon e passa la paura.

Quello che manca: il Mac Pro

C’era una volta, non molto tempo fa, una cosa chiamata PowerMac G5. Era la punta di diamante dell’offerta Apple (a parte l’estinto Xserve) che nella sua massima evoluzione montava 2 processori 64bit G5 dual core da 2.5 GHz l’uno, raffreddati a liquido (liquido che nelle prime versioni colava e corrodeva il più possibile, con grande effetto scenico essendo il liquido di un bel verde brillante!). Attualmente il PowerMac G5 è sostituito dalla sua controparte Intel, il Mac Pro dotato di un 1 processore Quad-Core da 3.2 GHz o in alternativa in configurazione doppio processore InteXeon six-core da 2,4 GHz. Fantastico. Il Mac più veloce di sempre. E forse anche quello più lento ad essere aggiornato, perché a parte lo speed-bump di metà 2012, il Mac Pro è uguale a se stesso da più di 2 anni e sembra del tutto abbandonato al suo destino.

Insomma, il solito discorso: Apple, sempre più impegnata a far smanacciare i suoi nuovi utenti sugli iCosi, si è del tutto disinteressata a quella fascia di utenti che per secoli ha definito lo zoccolo duro degli Apple user e che ha sostenuto l’azienda anche nei periodi più duri, anche quando i Mac costavono uno sproposito, anche quando c’erano i cloni ma loro no, se non era Apple non lo compravano, anche quando ostinati per organizzarsi la vita compravano il Newton e per staccare il cervello giocavano col Pippin o guardavano la televisione sul MacintoshTV: l’utenza professionale. Tim, tu che sei tanto bravo e buono, è ora di occuparsi anche di chi col Mac ci lavora o vorrebbe lavorarci.

 

’nuff said