Avrei potuto scrivere di cosa ultimamente mi fa cascare le braccia nelle politiche Apple e nei suoi prodotti, ma ho trovato qualcosa di più interessante e succoso.

Nella vita di tutti i geek viene il momento di comprare casa, o di cambiare arredamento, o di riprogettare la propria stanza e, chiaramente, la prima cosa che viene in mente è “mettiamoci qualcosa con del silicio e un po’ di programmazione”. Se il geek oltretutto è un nerd fumettaro invasato, non può fare a meno di pensare a J.A.R.V.I.S. che nella finzione cinematografica di Iron Man, Iron Man 2, e The Avengers, è l’intelligenza artificiale che gestisce tutti gli aspetti del laboratorio di Tony Stark, controparte hi-tech dell’Edwin Jarvis che nella realtà fumettistica è il maggiordomo dei vendicatori dal 1964!

Ok, la domotica è una cosa ormai assodata, quasi priva di fascino e molto costosa. Invece entrare in casa e dire “Jarvis, accendi le luci e preparami un caffè” o “Jarvis, atmosfera rilassata, riproduci playlist relax” è molto molto molto molto fico. Forse non utile, ma fico sì. Non dico di arrivare a rifare i letti, ma qualcosa di easy si può già fare.

Chiaramente esistono già soluzioni di domotica professionale, fornite da aziende qualificate ecc… ma sono poco o per niente cool e in più costano un patrimonio, mentre noi geek fumettari siamo notoriamente privi di contante. Inoltre, è tutto già fatto, mentre a noi ci piace sbattere la testa e trovare soluzioni iper-flessibili o ultra-specializzate e fai da te.

E poi: il comando vocale è ancora in fase prototipale in alcuni sistemi di domotica professionale che lo offrono, mentre è “embedded” in tutti i vostri smartphones, sia che siano melinde rosicchiate, sia che siano R2 D2 verdini e vagamente antropomorfi.

Ecco qui di seguito una lista di progetti interessanti che un giorno non molto lontano ci faranno sentire come Tony Stark nella sua villa!

UBI – The Ubiquitous Computer

Come detto, tutto il fascino della domotica “geek style”, sta nell’attivazione vocale. Fosse anche solo per sapere che ore sono: “Jarvis, che ore sono?” o leggere tutte le mail ricevute, o gli RSS ecc… tutte cose che più o meno potete già fare se avete uno smartphone a caso aggiornato alle ultime o penultime versioni di Android OS o iOS. Problema: il cellulare sta in tasca, o sulla scrivania, ma di sicuro non è pronto a ricevere i vostri input vocali da tutte le stanze o in ogni momento. E nemmeno monitorare
la temperatura, l’umitità, la luminosità e il livello sonoro dell’ambiente circostante

UBI - the ubiquitous computer

Ecco come appare UBI, il computer sempre pronto a rispondere alle vostre richieste!

Per rimediare a questi problemi, nasce UBI – The Ubiquitous Computer. A parte il nome poco invitante, trattasi di scatolotto da appiccicare alla presa di corrente e alla rete wireless di casa. Dentro il case, a parte le frattaglie varie, vive un sistema basato su Android 4.1 che risponde ai comandi vocali. Può essere usato come semplice assistente personale vocale, come interfono, monitoraggio pargoli, sistema di sicurezza (monitora i suoni) o ausilio alla climatizzazione (se connesso a sistemi come NEST, il famoso termostato controllato dal web). Ovviamente si interfaccia con tutti i social possibili immaginabili, le web-app (tipo IFTTT etc.), potrete interpellarlo per sapere che tempo farà, cercare informazioni, chiamare al telefono (utile in caso di necessità), e potenzialmente è in grado di fare tutto quello che fa il vostro googlefonino, solo che non ha monitor né tastiera. L’unico input è la voce!

Non solo: il team che c’è dietro a UBI sta lavorando coi team dietro altri progetti (tutti geek fumettari invasati, sicuro!) in modo tale da permettere il controllo vocale della vostra casa. Se infatti UBI non è dotato di attuatori, e quindi non può fisicamente interagire con la vostra casa, può comunicare via rete con dispositivi appositamente realizzati per farlo. Oltre al già citato NEST, sarà possibile interfacciarsi nativamente con SmartThing (ne parlo più giù), Multiplo e Luminode.

UBI è un progetto in divenire che ha ottenuto i finanziamenti su KickStarter: chiedevano 36mila $, ne hanno ricevuti 229mila $. Non un record, ma d’altra parte il progetto non è nemmeno così “innovativo”: come già detto, tantissime di queste cose le può fare uno smartphone! La differenza sostanziale è che un UBI costa meno di 200 $, sta sempre acceso, ha qualche sensore in più ed è  ottimizzato per essere usato solo con input vocali.

SmartThings

smartthings

SmartThings: l’anello di congiunzione tra “le cose” e “l’interweb” e “il vostro cellulare”

Il progetto ha sfondato il milione di dollari su KickStarter, e di sicuro è qualcosa di molto interessante, perché propone ad un prezzo molto competitivo (circa 200 $) un kit comprensivo di unità di controllo, sensori e attuatori in grado di svolgere diverse funzioni di automazione ricevendo input da apposita app per smartphone. In parole povere, SmartThing si compone di un “hub”, simile ad un router wireless come morfologia, in grado di connettersi e interagire con sensori di presenza, di movimento, di apertura/chiusura, temperatura ecc… ed è ad esmpio in grado di comandare ad esempio un interruttore per dare/togliere corrente a ciò che vi è  collegato. Il sistema è flessibile ed è in grado di comunicare con sensori/attuatori di altre marche utilizzando varie tipologie di connessione (wifi, ethernet, zigbee etc…). I sensori/attuatori che si interfacciano con l’hub sono chiamati “things”, e nella mente degli sviluppatori nascerà anche un “things store” dove comprare moduli aggiuntivi per la propria casetta.

Ovviamente il sistema comunica con qualsiasi tipo di servizio online, per cui si potrà ricevere una notifica twitter quando qualcuno apre una porta o entra in stanza, o viceversa si può far accendere/spegnere una lampada quando qualcuno ci manda una mail. Data la varietà di sensori disponibili per SmartThings, e la sua interazione con il web, il sistema può essere utilizzato per notificare la presenza/assenza di persone o animali domestici in casa, tenere sotto controllo il clima, attivare/disattivare protocolli di sicurezza o risparmio energetico a seconda di quando si arriva e di quando si va via. SmartThing potrebbe essere comandato via voce, per cui ad esempio unendo UBI e SmartThings potrete effettivamente accendere/spegnere lamapadine in giro per la casa usando solo la voce. Ulteriore espansione? NFC: e ho detto tutto.

Il progetto è molto ambizioso, anche se rischia di essere molto limitato dalla effettiva capacità di installare “things” per far accadere le cose. Ad esempio, è facile interporre un “thing” interruttore tra una presa e l’abat-jour, ma non lo è altrettanto se lo si vuole fare con una lampadina non appiccicata ad una presa di corrente collegata direttamente in cassetta di derivazione. Se ci fosse un po’ più di flessibilità, a quel punto passare dalla lampadina al comando delle tapparelle motorizzate è un attimo, così come far partire la lavatrice ecc…

Per adesso il tutto sembra un po’ acerbo, ma il piano di sviluppo prevede la creazione di un servizio ad hoc da far pagare
qualche euro al mese, quindi è necessario che il prodotto finale sia di altissimo livello. I “backers” che hanno supportato il
progetto su kickstarter avranno per sempre accesso gratuito al servizio.

LIFX

lifx

LiFx: comandare una lampadina dallo smartphone… perché no?!

Ecco, questa è un’idea molto semplice, essenzialmente già in circolazione ma portata al massimo dell’evoluzione possibile. La
lampadina. Il simbolo stesso dell’idea geniale! E se fosse a led? (c’è già!) e se fosse che cambia colore/intensità? (c’è già) e se fosse che comandi colore e intensità da un remoto? (c’è già) e se fosse che lo fai tramite un’app che può gestire diverse logiche di funzionamento, come temporizzazione, sveglia, notifiche dai social network o da altri servizi online, simulazione di presenza in casa, creazione di effetti visivi a tempo di musica etc.? (questo non c’era!) e se fosse che la lampadina stessa è solo un nodo in una griglia di lampadine tutte connesse via wireless? (questo non c’era!). Tutto ciò è racchiuso in LIFX, la lampadina reinventata.

Il comando vocale sarebbe a portata di mano: volendo già oggi con Voice Control + Tasker su Android secondo me si può fare… “Jarvis abbiamo ospiti” e parte musica di sottofondo e luce che accompagna a ritmo… inutile? Sì. Ma tipo “Jarvis, spegni tutte le luci” comodo. “Jarvis, sto via una settimana, simula la mia presenza” utile! Svegliarsi con la musica giusta e la luce che piano piano cresce di intensità: un modo per cominciare meglio le giornate.

lifx smartbulb timer / alarm

LiFx: è ora di svegliarsi! O di fingere la propria presenza in casa!

Ogni lampadina LIFX può essere comandata da un numero indefinito di dispositivi connessi alla rete domestica. Mi viene già in mente OUYA + LIFX: grandi cose. Si può impostare timer e sveglia con spegnimento/accensione graduale, spegnere e accendere come con un normale interruttore, variare l’intensità di luce come con un potenziometro, cambiare colore della luce, farla danzare a tempo di musica, e impostare accensioni e spegnimenti che simulino la presenza in casa. Tutto ciò avviene wireless, dato che ogni lampadina incorpora un dispositivo senza fili appositamente configurato in modo da creare facilmente una sottorete all’interno della rete domestica. In particolare, è stato utilizzato uno schema master/slave: una lampadina funge da master, viene configurata al primo collegamento e si connette al router attraverso protocollo 802.11n. Ogni volta che una lampadina LIFX viene collegata alla corrente, essa viene connessa alla prima come “slave”, in un mesh network che sfrutta il protocollo 802.15.4. Il dispositivo di comando (smartphone, tablet ecc…) si connette normalmente alla rete domestica e da lì comanda tutto.

Nonostante la configurazione master/slave, le lampadine possono essere comandate singolarmente, per singola stanza o si possono anche comandare insieme le lampadine di tutta la casa. Per esempio, esci di casa e ti sei dimenticato qualcosa acceso? Merda! No,schisci il butun e spegni tutto (ammesso che tu abbia un IP statico o usi un servizio tipo dyndns). Oltre alla lampadina e all’app, i creatori di LIFX rilasceranno anche una SDK per sviluppatori di mobile App, appassionati di domotica e così via.

lifx led smartbulb app mood

LiFx: ottimo per creare il giusto mood!

L’idea è talmente semplice e vincente che in meno di 24 ore il progetto ha sfondato il milione di dollari su kickstarter! E a 53 giorni dalla chiusura delfinanziamento il team di LIFX ha deciso di limitare tutte le donazioni ad un tetto massimo, in modo da poter garantire che tutti i finanziatori avranno la loro lampadina intelligente come previsto e senza ritardo. Se ne volete una dovrete aspettare perché ad oggi la produzione è bloccata.

Il progetto ha chiaramente due limiti: il primo è che una singola lampadina costa circa 69$ (sempre meno di equivalenti Philips), il secondo è che, di fatto, si possono controllare solo le lampadine! Niente macchina del caffè, microonde, tapparelle, riscaldamento ecc…

The Inebriator

Di tutti i dispositivi finora presentati, questo è di gran lunga quello che ha destato maggiore interesse in me! 😀 The Inebriator è un
“barista automatico” che grazie ad Arduino e un po’ di programmazione permetterà ai nerd di tutto il mondo di prendere ciucche
colossali senza la scomoda necessità di un contatto umano! Agevolo video:

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ci sono ancora molte limitazioni, ma è un ottimo inizio! 🙂

Conclusioni

Parlare con la propria casa e aspettarsi che ci risponda, beh, è un po’ da folli. Ma lo è altrettanto rivolgersi al proprio
cellulare come se si parlasse ad un essere umano e lo stesso con la propria auto. Però è comodo ed è naturale e, soprattutto, è molto cool. Un giorno i sistemi di domotica saranno alla portata di tutti e l’integrazione con lo smartphone e il controllo vocale, come visto, non è qualcosa di irraggiungibile. Ci sono tanti progetti, applicazioni complesse e costese, altre più economiche e meno strutturate.
Di applicazioni di domotica “classica” ce n’è già tante in giro ma, al solito, i problemi riguardano i costi di acquisto e installazione molto elevati a fronte di vantaggi tutto sommatto effimeri. La vera rivoluzione non sarà quindi l’implementazione di questa o quella funzione, ormai c’è già tutto in giro, piuttosto sarà l’integrazione di tutti i sistemi e le tipologie di input in un prodotto completo, flessibile ed economico, pronto alla produzione di massa.

’nuff said