Caro Jeby, hai problemi di identità? Neanche un mese fa ci spiegavi quanto Android su tablet fosse più molto meglio, e ora ci dici che ti vuoi accattare l’iPad?

Una diapositiva di Jeby in pieno trip post Lucca Comis

Una diapositiva di Jeby in pieno trip post Lucca Comis

Caro attento lettore, per rispondere alla tua domanda citerò il Jovanotti:

se avessi le radici sarei un albero
e invece sulla terra posso muovermi
se fossi fatto in serie sarei un numero
e invece sulla terra sono unico
se avesse un’idea fissa sarei lapide
e invece sto vogando sulle rapide
se non cambiassi mai sarei una formula
e invece sono vino sulla tavola

Ok, chiarito il mio punto di vista sulla coerenza di opinioni, vi spiego perché potrei aver cambiato idea (o forse no? dipende. Te come la vedi? La seconda che hai detto. Prossima telefonata.)

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Accessori e App

Ok, forse è un’argomentazione un po’ da fighetto, ma è indubbio che i produttori di accessori di terze parti si concentrino maggiormente sui prodotti Apple. Sto parlando di roba tipo questa:

ClamCase. Da non confondere con la clam chowder.

E poi millemila accessori fotografici, miliardi di cover nei materiali più svariati, rinforzate, alleggerite, con batteria di riserva, con sensori infrarossi, porta tessere, porta fogli, porta figli una cagata qualcosa (cit.), tutta roba che volendo si trova dal vucumprà, cosa impossibile per devices non Apple che non siano super popolari.

Non è che per tablet Android non esistano queste cose, è che dipende da che tablet Android (linea Nexus? Roba Samsung? Trasformabili Asus?) e di solito si tratta solo di accessori ufficiali del produttore e la scelta è spesso molto limitata.

Discorso analogo per le App: molte applicazioni nascono prima su iOS, poi arrivano su Android. Non solo: alcune su android non ci arrivano proprio. Per gli sviluppatori è più semplice sviluppare per iOS (data la minore variabilità dei dispositivi) e poi, con calma, portare su Android o Windows. Fatevi un giro su Kickstarter per vedere come spesso e volentieri gli accessori e le app connesse siano molto spesso prima rilasciate per iOS e poi, con calma, per Android. A maggior ragione ora che con Metal il porting dei giochi risulterà più scomodo.

SW  HW

Quando uno dice “tablet Android” è come se dicesse la qualunque. Android cosa? Samsung con il suo sistema pieno di bloatware? L’interfaccia HTC? Il launcher ASUS? Vanilla? AOSP? Paranoid? CyanogenMod? Replicant? Boh. E tablet cosa? Exynos? Mali? Qualcomm? Tegra? Quanti core? 1, 2, 4, 8?? Con che display? Che modem? Boh. Tanto hardware diverso, tanti produttori diversi, tanti driver proprietari confezionati con qualità variabile, tante possibili idiosincrasie HW/SW. Questo è anche uno dei motivi per cui è più difficile sviluppare per Android, ma soprattutto è il motivo per cui un sistema Android di ultima generazione può essere velocissimo e scattante su un Motorola e morire di lenta agonia su un Samsung. E guardare ai benchmark serve poco, perché i lag, i crash, i surriscaldamenti vari, vengono fuori con l’utilizzo quotidiano. Insomma, bisogna essere fortunati.

E Apple? Se dici iPad dici iOS e viceversa. Come si diceva una volta quando le argomentazioni riguardavano il Mac e i PC, la situazione è facilitata dal fatto che le configurazioni hardware su cui ritagliare il sistema sono infinitamente meno variegate.

Non che Apple non ci metta del suo per far cazzate (vedi vicenda delle memorie dell’iPhone 6), ma comunque rimane più facile limare le imperfezioni e confezionare un sistema software/firmware-hardware che calzi a pennello e il risultato è un sistema che gira sempre senza incertezze, è parco nei consumi e, in generale, appare molto più “solido”. A parte quando non è così 🙂

Google-free

Apple vende hardware, una volta vendeva computer, ora vende “devices”, o come vi pare a voi, ma sempre di roba palpabile si tratta. Il software che Apple incorpora nei suoi devices è necessario a fare in modo che l’hardware sia comprato e utilizzato. I servizi forniti da Apple non sono il core business di Apple, perciò è normale che Apple non abbia problemi ad integrare protocolli che possano in qualche modo favorire fornitori di servizi di terze parti.

Cosa vende Google? Google vende servizi e pubblicità. Il sistema Android è costruito sempre di più intorno a Google. Serve un account google per fare ricerche vocali, le App del calendario e dei contatti si agganciano all’account google, così come qualunque altra cosa riguardi la vostra vita: musica, documenti, navigazione web, spostamenti a piedi o in auto. Qualunque cosa. Succede anche sull’iPhone con iCloud? Sì, ma in maniera decisamente meno invasiva.

Io ad esempio sull’iPhone ho disabilitato la sincronizzazione con iCloud di qualunque cosa ad eccezione di Safari (ma presto adisativerò anche a quello). Sull’iPhone disattivare la sincronizzazione con iCloud è fattibile e comodo perché:

  • posso sincronizzare nativamente i miei contatti tramite CardDAV, e i miei contatti ora risiedono sul mio server con ownCloud, non in mano a gente che non conosco. Nelle impostazioni di iOS si può aggiungere l’account CardDAV ed impostare la sincronizzazione automatica che è integrata nel sistema.
  • posso sincronizzare nativamente i miei appuntamenti del calendario tramite CalDAV, esattamente come per l’account CardDAV
  • posso sincronizzare nativamente i promemoria tramite l’account CalDAV, esattamente come sopra
  • posso aprire i file presenti sul mio account ownCloud dalla suite iWorks, nativamente, utilizzando la funzione di copia dall’account WebDAV

una volta gli account *DAV erano disponibili anche su Android, poi Google ha pensato bene di toglierne il supporto per favorire l’utilizzo dei suoi account. Google è così gelosa delle sue cose che anche la sincronizzazione via IMAP con gli account GMail è limitata su applicazioni che non siano di Google: ad esempio non è disponibile l’organizzazione in conversazioni.

Non dico che sia più giusto fidarsi di Apple piuttosto che di Google. Dico che su iOS è più facile andare ad impostare un’alternativa privata ai servizi di cloud in maniera trasparente. E in più Google comincia a starmi sulle palle, così come Dropbox, Facebook o qualunque altra società che vive a spese dei miei dati.

Conclusioni

Conclusioni inconcludenti. Vorrei comprare un tablet con diagonale > 8” ma ancora non so che fare. Il Nexus 9 mi tenta molto per via del formato azzeccatissimo e per il fatto che non dovrei metter minimamente mano al mio modo di operare attuale. D’altra parte ho switchato a ownCloud per la gestione di tutte le informazioni da sincronizzare e da quando uso l’iPhone 5S mi sono accorto di tutti i limiti di Android. Inoltre avere 2 app market su cui spendere soldi è un bel problema…

Per quanto mi riguarda la cosa ideale sarebbe l’Ubuntu Phone e l’Ubuntu Tablet (anzi, probabilmente l’Arch Phone e l’Arch Tablet), almeno dal punto di vista del rispetto della mia privacy.

In quanto a diffusione e compatibilità Android è sicuramente più diffuso come OS, ma a livello di hardware Apple dice la sua ed è un punto di riferimento per i produttori di accessori di terze parti. L’OS di Apple è migliore nel mascherare i limiti dell’hardware e a sfruttarne le potenzialità, e fornisce all’utente un’esperienza sempre fluida e scattante (almeno finché il dispositivo non è ai margini dei requisiti minimi) anche a costo di limitazioni (vedi post) parzialmente superate da alcune fantastiche App nello store (vedi Documents, spettacolare, gratis e velocissimo!).

Sì alla fine bisogna rivedere il proprio workflow in qualche modo, accettare un po’ di scomodità in qualche ambito, tutti compromessi necessari per un’esperienza d’uso senza incertezze, un po’ più vicina al mio concetto di privacy e un po’ più lontana dall’invadenza di Google.

A questo proposito ci sarebbe la terza via, ovvero l’Android senza Google. La cosa è abbastanza semplice: si evita l’inserimento del proprio account google in fase di installazione, oppure, ancora meglio, si installa un sistema senza google apps, tipo una qualunque rom non ufficiale (CyanogenMod). Questo vi porterà ad un sistema un po’ azzoppato, anche se per molte cose troverete le giuste alternative, da F-Droid per rimpiazzare il market, alle varie app per attivare gli account *DAV, il browser e così via. La cosa è fattibile e incoraggiata dalla Free Software Foundation Europe.

Esiste anche un progetto chiamato μg (microg) Project il cui scopo è rimpiazzare tutte le google apps e i frameworks con alternative opensource. La cosa è molto interessante, vale la pena spenderci un po’ di tempo per documentarsi.

Chiaramente verrebbero meno tutte quelle comodità a cui l’integrazione di Google nello smartphone ci ha abituato, tipo la ricerca vocale con Google Now e tutti i risultati connessi (link alle mappe e così via).

Insomma… Te, come la vedi?

‘nuff said