Mi ricordo ancora, avrò avuto 14 anni, il liceo, le prime storielle, l’inevitabile inedia del sabato e la voglia di scoprire orizzonti nuovi, più internazionali.

“Andiamo alla Ricordi?” va bene.

La Ricordi era, insieme alle Messaggerie, la meta musicale per noi pischelli dell’hinterland che volevamo darci un tono, perché l’Euromercato e il Gigante non erano abbastanza romantici per comprarci la musica.

La Ricordi, che adesso è LaFeltrinelli, sta(va) sotto alla Galleria Vittorio Emanuele II, che per noi della provincia voleva dire una piccola odissea fatta di attese e limone duro sui mezzi pubblici.

Arrivavi lì, o camminando da Cadorna, o sbucando dalla metro, c’era il Duomo e scendevi giù nella caverna della Ricordi, col maledetto caldo umido che ti investiva, e finalmente, guadando i corridoi dall’aria densa, si giungeva all’espositore dei CD, con la testa leggera e il cuore su di giri, lo sguardo perso tra le meraviglie.

Quel giorno c’era fuori Bury The Hatchet, appena uscito, e noi eravamo andati lì per quello. Ma l’allestitore, bastardo, li aveva messi fuori tutti, uno in fila all’altro


Il nero, il bianco, il colore, la “simmetria” che crea il movimento. Ma come si fa a non comprarli?

Mi guardo nel portafogli azzurro dell’Eastpak, a strappo, ricevuto in regalo proprio al compleanno dei 14, insieme ad un colbacco ricoperto di “pelo di f*ga di vecchia tailandese”, come commentò Oscar, e una boccetta di Ck Be, faccio i conti… li rifaccio… ci penso… perché ai tempi i CD nuovi appena usciti, alla Ricordi, erano roba di 32 mila lire e anche di più.

Però  EEIDISWCW, NNTA e TTFD erano super scontati, e niente, BTH ha dovuto aspettare parecchio ancora. 3 al prezzo di uno e mezzo, si può fare!

E fu così che mi innamorai, a ritroso, dei Cranberries.

Quanti cinema saltati, quanti Uomo Ragno deluxe non comprati, quante mattine nell’autobus stracolmo col biglietto non timbrato, per non dover fare benzina ad uno Scarabeo chiamato Luna…