Ora che il mio blog ha raggiunto una certa “popolarità”, è giunto il momento di pubblicizzare un’iniziativa a cui tengo molto. Mi riferisco ad una attività benefica e volontaria per la quale non serve avere del fegato, né avere le palle quadrate, basta avere… sangue nelle vene! Voglio parlarvi oggi della mi attività di donatore di sangue presso il Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano. “Policlinico”, mi raccomando, non confendetevi con “Politecnico”: lì (al Politecnico)il sangue non lo dono, me lo succhiano direttamente. A parte gli scherzi, questa attività è molto seria e importante: il sangue disponibile per le trasfusioni non è mai abbastanza, e tutti (o quasi) possiamo dare una mano in questo senso. L’iter per donare il sangue è molto semplice, e ora ve lo descriverò. Innanzi tutto dovrete presentarvi alla donazione non a stomaco vuoto, ma avendo fatto una colazione leggera: niente latte, latticini, biscotti contenenti uova e latticini; l’ideale è un tè con due fette biscottate e magari una mela. Se, per una mattina, rinuncio io al caffè, potrete farlo anche voi di sicuro! La sera prima magari evitate di mangiare due palate di tiramisù e la pasta alla carbonara con doppio uovo. Bene, ora dovrete recarvi al Policlinico di Milano, che è raggiungibile in diversi modi: io, ad esempio, prendo le Nord, scendo in Cadorna, poi da lì la verde, poi la gialla, scendo in Crocetta e sono quasi arrivato (tenete a mente la pasticceria tra Crocetta e il Policlinco, sarà utile al ritorno…). Bene, a questo punto raggiungete il padiglione del centro trasfusionale e vi presentate al banco. Alla vostra prima volta riceverete un foglio contenente moltissime informazioni da sapere per essere sicuri di poter donare ora e nel futuro e per conoscere le “specifiche minime” da soddisfare per essere ammessi alla donazione. Tutte le informazioni sono consultabili anche qui. Dovrete compilare e firmare un po’ di fogli (leggeteli, sono importanti!!), quindi dovrete aspettare in una piccola sala d’attesa. Presto sarete chiamati, un’infermiera vi farà sedere al tavolo e con delicatezza farà un piccolissimo buchino sul vostro ditino, nemmeno si vede, raccoglierà la goccia di sangue e l’analizzerà per vedere se avete abbastanza ferro per fare la donazione. Se il test sarà positivo (e non sarete già svenuti) sarete rimandati ad una nuova sala d’attesa dove vi verrà offerto del tè, amarissimo. Quando sarà il vostro turno sarete introdotti in una stanza dove un medico vi visiterà. La visita è molto simile ad una visita “generale“, ma vi verranno poste alcune domande che potranno sembrarvi imbarazzanti: le risposte a tali domande dovranno essere sincere (per esserne sicuri, i dottori alla fine della visita vi faranno firmare un modulo… leggete bene anche questo!) perché sono parametri fondamentali per valutare l’esposizione ai così detti “comportamenti a rischio” e sapere, quindi,  se siete adatti a donare oppure no (leggete sempre qui per saperne di più). Fatta la visita si passa in una terza sala d’attesa, l’ultima prima della donazione. Quando toccherà a voi, entrerete nella sala donazioni. Un’infermiera vi spiegherà come funziona la donazione (sanno essere molto tecniche, se lo richiederete) e vi chiederà “braccio destro o sinistro?”. Non sapendo che dire, risponderete “uh.. boh…è uguale”. Una volta sdraiati sul lettino si parte con la donazione: il primo sangue riempirà alcune provette, che serviranno per le accuratissime analisi. Il resto (circa 500 cc per gli uomini, 450 per le donne) verrà raccolto in una sacca posta su una bilancia dal piatto oscillante, che si fermerà quando verrà raggiunta la quantità prefissata, e si interromperà così il flusso di sangue dal vostro braccio alla sacca. In tutto questo tempo voi dovrete solo rilassarvi e ascoltare la musica… ma cercate di mantenere un’aria presente, o le infermiere (attentissime e premurose) si preoccuperanno. La donazione dura circa 15 minuti, anche se io mi ultimamente mi sono esibito in due donazioni lampo, una da 7 e l’altra da 6 minuti (sia chiaro: non è un bene e non l’ho nemmeno fatto apposta). Finita la donazione sarete invitati a rimanere sdraiati per un po’ e a pigiare con tutte le vostre forze un batuffolo di cotone sterilizzato sul buchino infinitesimo nel vostro braccio. Dopo un po’ vi potrete mettere seduti e subito una attenta infermiera vi porterà un bicchiere di tè, questa volta dolcissimo. Se vorrete, vi porteranno tè a sfinimento. Avete donato, ora sarete oggetto di infinita riconoscenza e altrettante attenzioni. A questo punto (ora viene il bello), potrete alzarvi e andare a consumare il vostro meritato (e obbligatorio) pranzo, offerto, naturalmente, dal Policlinco. La qualità del cibo è ottima, e potrete prendere ciò che vi pare. Sarete invitati a mangiare e bere in abbondanza. Soprattutto vi si raccomanderà di bere lungo tutto l’arco della giornata, per ripristinare velocemente il “livello dei liquidi” e far tornare su la pressione. Se mentre vi strafogate di panini, pizzette, focacce, lasagne, caffè e brioche, noterete che le infermiere vi stanno fissando, non vi preoccupate: non è perché state mangiando troppo, ma è perché vogliono essere sicure che tutti stiano bene dopo aver affrontato la donazione. Una volta finito il pasto ognuno può andare dove gli pare, ma è sconsigliato fare attività sportiva o altre attività faticose, e guidare l’auto o altri mezzi per lunghi tragitti per il resto della giornata. Insomma, riposo e acqua in quantità per mezza giornata. Se siete studenti e lavoratori, potrete richiedere immediatamente una giustifica per rimanere a riposo anche il giorno dopo. Usciti dall’ospedale avrete sì mezzo litro di sangue in meno, ma sarete stati ampiamente ripagati dall’ottima accoglienza, dal trattamento unico, da un pranzo con i fiocchi, da due giornate di riposo dal lavoro e dalle dettagliatissime analisi gratuite che vi arriveranno a casa di lì a qualche settimana. E, soprattutto, avrete la consapevolezza di aver fatto veramente qualcosa di importante e utile, di aver fatto del bene e aver aiutato qualcuno che probabilmente non conoscete e non conoscerete mai! Sarete degli eroi senza, tutto sommato, dover rinunciare poi a molto!

We can be Heroes
Just for one day

– David Bowie

e se sarete soddisfatti di tutto ciò, potrete ripetere l’esperienza dopo che saranno trascorsi i canonici tre mesi. Il Policlinico ha bisogno di voi, e la vostra partecipazione sarà sempre richiestissima!

’nuff said

p.s.: naturalmente non c’è solo il policlinico di Milano a cui donare, cercate l’associazione più adatta a voi, l’importante è donare!