Nell’anno del suo centesimo anniversario, la casa di Hiroshima annuncia il ritorno di una delle motorizzazioni che più hanno fatto sognare ingegneri e appassionati: il motore rotativo tipo Wankel, dal nome del suo inventore.

Il “Wankel” nasce in Germania nel secondo dopoguerra. Felix Wankel, grazie ai finanziamenti di NSU, realizza nel 1957 il suo Drehkolbenmotor, il DKM 54[ DE]. In questa forma il motore rotativo ha molti difetti, tra cui l’impossibilità di cambiare le candele se non smontando tutto il motore e la tendenza a non decelerare il suo moto quando viene tolto gas.

Il DKM 54 come pensato e realizzato da Felix Wankel

Il particolare movimento del DKM 54, tutte le parti ruotano intorno ad un asse. Immagine da der-wankelmotor.de

Sarà l’ingegnere Hanns Dieter Paschke a rivoluzionare l’idea di Wankel e, accontentandosi di qualche compromesso, creare il Kreiskolbenmotor [DE,PDF] numero di progetto KKP 57P , ovvero il rotativo come lo conosciamo oggi. Con grande scorno di Felix Wankel.

Nel corso dei decenni le promesse di un motore semplice, con pochissime parti in movimento e solo in rotazione, hanno attirato molte case automobilistiche: da Mercedes a CitroenRolls-Royce, General Motors, Alfa Romeo e così via, ma quella che più di tutti ha dato un contributo è stata sicuramente Mazda, che dal 1965 al 2012 ha proposto in gamma auto, sportive ma non solo, con motori rotativi, e ci ha per giunta vinto un’edizione della 24 ore di Le Mans, nel 1991 con la 787b, ultima rotativa a correre nei campionati WEC

Oltre ad essere molto compatto, avere poche parti in movimento, privo di valvole e con poche vibrazioni, il Wankel ha anche un’alta potenza specifica, grazie al particolare cinematismo il rotativo produce una fase utile ad ogni giro dell’albero motore, a differenza del motore alternativo a 4 tempi che produce una fase utile ogni 2 giri di albero motore. Queste caratteristiche insieme all’elevato consumo di olio, per la particolare lubrificazione a perdere, e agli alti regimi di rotazione ha spesso fatto accostare il motore Wankel al motore a 2 tempi, anche se di fatto il motore Wankel è un motore a 4 tempi.

Purtroppo alcuni difetti del motore rotativo, principalmente legati alle emissioni di inquinati, hanno limitato la diffusione di quella che sembrava una rivoluzione del motore a combustione interna per uso automobilistico.

Ora Mazda però ha annunciato il ritorno del suo rotativo, non come propulsore per super sportive, ma come “range extender” per il veicolo elettrico MX-30 che arriverà nel 2022, anche se alcuni brevetti fanno presagire sviluppi meno utilitaristici. La salvezza del rotativo potrebbe arrivare dalle tecnologie che Mazda ha usato nel suo Skyactiv-X.

Immagine di apertura via Wikipedia.