Oggi giornata di decompressione, ci spariamo quasi 300 miglia per raggiungere Ithaca dove un amico di Penny ci ospiterà per la notte, così da avvicinarci alle cascate del Niagara. Il giro è stato un po’ contorto, perché siamo scesi a sud passando per Philadelphia e Washinghton, evitando però accuratamente New York che va vista al ritorno (grazie alla Frenci che ci ospita). Dato che le cascate van viste, questo era il giro da fare.

Comunque, stamattina colazione dei campioni con yogurt, frutta secca, latte e cerali, più chicchi di caffè comprati al mercato di Philly l’altro giorno. Tutto ciò è stato acquistato ad un centro commerciale trovato per strada: per sentirci più a casa siamo andati al Giant, ovvero il Gigante. Il McDonald’s di fianco e Penny che si sacrifica con una Coca Cola ci forniscono la connessione.
Becchiamo anche una classica tipa tesa americana che sbotta perché le abbiamo parcheggiato troppo vicino, mah!

300 miglia a 50/60 miglia oraria sono circa 6 ore di trasferimento. Senza CD, la sera prima di partire mi son dimenticato di masterizzarli, qualcosa ci si dimentica sempre. Ci inventiamo giochi con storielle e associazioni di idee, ma finiscono tutti con “Samantha” o “Cinegra”, quindi decidiamo che basta.

C’è qualche momento di tensione perché la strada è invasa da camion, mostri su ruote di dimensioni impressionanti. Ah, comunque è vero che se abbassi la testa puoi passarci sotto, ai camion. Ce n’è anche uno che trasporta una casa. Giuro. C’era anche un camio, che trasportava una motrice di camion e sopra aveva un altro camion. Gomma e lamiera come se piovesse.

Ad un’oretta dall’arrivo ci fermiamo in una città dimenticata da dio per mangiare qualcosa e sfruttare la connessione: è pazzesco sapere che in un posto così lontanto da tutto, in piena periferia del nulla più totale, puoi comunque raggiungere la civiltà, e con civiltà intendo l’Europa e più in particolare l’Italia. Il posto in cui ci troviamo è esattamente come te lo aspetti: parcheggi, catene alimentari, benzinai. Basta.

Prosesguendo verso Ithaca passiamo attraverso il tipico villaggetto americano sorto lungo le sponde della statale. Esattamente come te la aspetti: case basse di legno, giardinetto intorno e qualche rara famigliola sotto i portici.

Arrivati ad Ithaca abbiamo fatto un lungo giro per Cornell e dintorni, la zona universitaria mi è piaciuta un sacco. Il Farsi, l’amico di Penny, ci ha portato a fare il bagno al fiume, dato che qui è pieno di cascatelle e gole. Per arrivarci abbiamo allungato un po’ e abbiam sperimentato una salita ripidissima, giusto per testatre la resistenza dell’Ammiraglia Lisa Chinaire Grey. Cazzo se sale, anche a pieno carico!

Il fiumiciattolo è esattamente come te lo aspetti: cascatella, rocce, ansa che rallenta il corso e americanotti a bagno con la lattina di birra da 1/4 di gallone ancora in mano. C’è chi ha perso le scarpe e va in giro a chiederle a tutti, chi si preoccupa che la sua donna incinta che ha fatto camminare sulle pietre aguzze e scivolose non venga fotografata, chi semplicemente, come me, stanco dalle miglia di guida, decide di sfruttare il letto di pietra per un sonnellino ristoratore. Il suono dell’acqua che scroscia è decisamente rilassante.
Intanto a casa i nostri panni sporchi sono dolcemente cullati dalla lavatrice a gettoni.

Una volta tornati a casa ci viene proposta una cena a base di pasta, De Cecco importata originale!! Però il pacchetto dice 1 libbra (453 g), e sti cazzi!
Che sapore abbia la pasta al di qua dell’oceano è una cosa che scopriremo a breve, mentre decidiamo come organizzarci domani tra cascate del Niagara e giostre Panico Pa Panico Paura!! Forse tentiamo un after per arrivare presto alle cascate, forse no, dipende dalla serata.

Nel frattempo, vi lascio il link all’album di Marco, le sue foto sono mooolto più belle!

http://www.flickr.com/photos/marco_sbrosi/sets/72157624652116388/

‘nuff said