First things first: caro Gambero, questa è per te

Contento fratellino? Testo particolarmente intenso. Ascoltala tutta. 😀

Dove eravamo rimasti? Nulla, ieri sono arrivato in albergo alle 1:30 del mattino ora locale. La procedura di immigration è andata spedita, anche se io sono stato trattenuto al desk un po’ più degli altri, ho temuto ci fosse qualcosa che non andava col mio passaporto. Mi conosco, è sempre così, non sono un tipo ansioso, praticamente mai, ma i controlli di frontiera mi mettono agitazione. Forse in un’altra vita ero un contrabbandiere o un brigante o un fifone.

Dopo aver atteso a lungo e con trepidazione i nostri bagagli, io e miei colleghi ci siamo diretti verso l’uscita, dove abbiamo incontrato il tassista dell’hotel. Quattro passi verso il parcheggio e già ci rendiamo conto di quanto sia variegata la fauna automobilistica e di quanto il traffico sia in autogestione anarchica dal ’68. La cosa che colpisce di più è l’uso indiscriminato e continuativo del clacson. Sono quasi sicuro che i tassisti professionisti abbiano sviluppato un senso sonar tipo i delfini o i pipistrelli o Daredevil (fun fact: i Delhi Daredevils esistono, sono un team di baseball) e riescano a ricostruire l’ambiente circostante a 360° a partire dalle onde sonore del clacson riflesse dagli ostacoli. Sono sicuro che è così.

Dunque, ci siamo divisi su due taxi diversi, io ero in questo Toyota Qualcosa monovolume. Le strade a quell’ora erano sostanzialmente vuote quindi in 30 minuti circa siamo arrivati in albergo, passando attraverso quartieri quasi poveri, poi quartieri un po’ poveri, poi quartieri poverissimi, poi un po’ di niente, poi l’albergo. All’ingresso un addetto ispeziona con uno specchio sotto il vano motore, e poi controlla il bagagliaio, alla ricerca di ordigni o altro, credo. Dentro bisogna passare attraverso il metal detector, mentre le valigie vanno sotto ai raggi-x. Questo sempre, ogni giorno.

Appena uscito dall’aeroporto mi sono accorto di avere un leggero affanno nel respirare e man mano che ci avvicinavamo all’albergo mi sentivo bruciare gli occhi. Ho pensato: sono stanco dal viaggio. E invece no. Cioè sì, anche, ma no.

Alle 2.30 ho chiuso faticosamente gli occhi, con le palpebre letteralmente incollate al corpo vitreo, tipo la pellicola del guscio dell’uovo sodo che non si vuol staccare dall’albume, e scricchiolando un po’ ho dormito fino alle 9.15 in un sonno apparentemente privo di sogni. Ero stanco.

Stamattina la sorpresa:

Nebbia in val indiana

Nebbia in val indiana

vedete quella sottile foschia? Ecco, è polvere. Quello è il motivo per cui mi sono svegliato col naso foderato di calcestruzzo e con gli occhi impastati, c’è polvere ovunque. Ora, come tutti voi saprete benissimo perché ve l’hanno detto mille volte, l’India è un paese di forti contrasti: come un po’ tutti i Paesi della cosiddetta area BRICS, che sono soggetti ad una rapidissima crescita economica, la ricchezza tra la popolazione è distribuita con un criterio quasi binario, o sei straricco o non hai niente, o quasi. La fascia media esiste e probabilmente è in crescita, ma la forbice tra i ricchissimi e i poverissimi è sempre più aperta. Questa è una cosa che avevo già sperimentato a Rio e in altre città del Brasile: favelas che confinano con l’hotel a 5 stelle. Qui è simile, ma su una scala molto diversa. Ci sono palazzi nuovi e piccoli villaggi per ricchi che sorgono nel mezzo del degrado più totale, poi entri ed è tutto improvvisamente diverso e occidentale.

Ma c’è una cosa che nessuna cancellata o muro di cinta potrà fermare: l’aria. E quindi, a meno di non volere costruire enormi clean room per respirare aria pura, tanto il poverissimo quanto il ricchissimo respirano la stessa aria piena di particolati e polvere. Sono sicuro che i ricchissimi hanno anche delle bombole di aria pura dell’Himalaya. Ma comunque, resta una certa democrazia nella qualità dell’aria respirata.

Mi sono domandato: da dove viene tutta questa polvere? Librerie antiche? Il mio armadio? Volkswagen 1.6 TDIVecchi solai e ciminiere lavatoi al decimo piano Fumo che sale in paradiso e gli angeli cadono giù? Da dove viene? Come diceva Max, dei misteri ipertestuali resta sempre quello della polvere, ma in questo caso è presto svelato: è sabbia del deserto. E smog. E robaccia varia. E un po’ di smog. Ma di notte peggiora. Sabbia del deserto, comunque, così mi hanno detto. Quale deserto? Non lo so, troppo ignorante in geografia. Quello dei Tartari? Può essere. Un sottile strato di sabbia e noia mi fodera i polmoni ad ogni respiro, e non va più via.

Risolto il mistero della polvere, ho fatto colazione. Una colazione modesta: 2 uova sode, 4 salsiccette di maiale, 2 espresso, 2 bicchieri di succo d’ananas, 2 paninetti con marmellata, riso con qualcosa, una ciotola di papaia con dentro noci sgusciate. Oh, non si sa mai. Lo chef dell’albergo è venuto a presentarsi, ci ha parlato un po’ in Italiano dicendo che ha studiato con chef italiani e che se vogliamo ci fa cibo italiano a cena.

NO GRAZIE

Regola numero uno del jeby-viaggiatore: o mangi locale, o non mangi. Niente cibo italiano all’estero, è stupido.

Chiarito questo, espletate con estrema e sorprendente regolarità alcune funzioni biologiche (nel senso che ho cacato, meravigliosamente bene), ci siamo infilati in auto per raggiungere l’ufficio, così ho avuto modo di vedere alla luce del giorno cosa accade nelle strade.

Due considerazioni a carattere generale. Il look metallizzato scintillante delle foto di Gurgaon su Google ha veramente poco a che fare con la realtà dei fatti: a parte che scintillante cosa? che è tutto coperto di sabbia del deserto. Ma poi no, o sono rendering, o qualcuno ha giocato di prospettiva con un teleobiettivo piazzato sulla luna. La seconda considerazione di carattere generale è: mi aspettavo peggio.

Ecco una rapida carrellata di foto, dato che qualcuno le ha chieste

taxi locale

Taxi

cumpari comu imu

“Cumpari, comu imu?” in triciclo

cattedrali nel deserto-1

E poi dal nulla…

cattedrali nel deserto-2

…vetro e cemento!

Mercato Metropolitano - 1

Mercato Metropolitano - 2

Mercato Metropolitano - 3

Il Mercato Metropolitano, altro che quella fighetteria di Porta Genova

Discovery Wines

La vera scoperta è che questo posto serve alcolici solo perché è autorizzato dal governo, come da noi!

Precedenza?

Precedenza? boh

Ciclofficina

Una ciclofficina d’altri tempi

Ciclofficina 2

Una ciclofficina moderna

Pausa Spaghetti

Pausa Spaghetti? (notare l’espressione del signore più in fondo: “Minchia guardi? Minchia fotografi?” eh, hai ragione)

Oh, io torna a casa, andiamo?

Oh, io torno a casa, guarda come guido il mio carretto telepaticamente

all'ombra del castello

Questa foto l’ho scattata dalla finestra del mio albergo

Mi scuso per la qualità pessima ma non è che potevo scendere dall’auto e piazzare la reflex e fare una trentina di scatti. Questo è quello che ho visto, questo è quello che vi beccate. Allora, che ne dite? Un altro mondo? Parliamone.

Dal punto di vista prettamente urbanistico, mi spiace dirlo, ma ci sono paesini dell’entroterra calabro che appaiono similmente gettati a cazzo di cane in mezzo alla terra. Non vi offendete, è un’estremizzazione di una situazione che conosco. D’altra parte il cervello, di fronte a qualcosa di nuovo, cerca sempre di riportarsi ad un’immagine nota. Chiaramente qui siamo su un altro livello: in Calabria, né in Italia in generale, non ho mai visto situazioni di povertà estrema così diffusa, ma solo poca voglia di prendersi cura della cosa pubblica. Qui siamo nella megalopoli tentacolare in una zona dell’India particolarmente industrializzata, eppure la situazione di degrado, abbandono e vita ai margini è talmente estesa da essere la norma.

Ecco, l’altra cosa da obiettare a quelli che dicono “L’India? Un altro mondo!”. Ecco, sì, magari hai ragione tu. Ma quale India? Di che città parli, di che regione, di che zona? Voglio dire, l’India è grande! Come quelli che dicevano “vedrai l’America, è meravigliosa!”. Meravigliosa STOCAZZO. Dipende dove ti trovi, ogni città, ogni regione è mondo a sé e ci sono tante di quelle differenze che generalizzando si sbaglia di grosso. Questo per dire che, probabilmente, sto esperendo (e? sperendo? ecchecchezzomenefregamme!) un’India molto “soft” e non la “vera” India, qualunque essa sia

Molto probabile. Alla fine facciamo la vita degli altolocati, albergo – ufficio – albergo in auto (e non in autobus come la maggioranza dei dipendenti), e abbiamo tutte le comodità che possiamo desiderare. Un giorno mi piacerebbe esplorare un po’ meglio questo posto, sicuramente c’è qualcosa di molto affascinante da qualche parte, ma purtroppo per ora non sono ancora riuscito a vederlo.

Ma parliamo un attimo del tragitto albergo – ufficio. Prometto solennemente che non mi lamenterò più del traffico sulle tangenziali milanesi. Mai. Allora, intanto qui in teoria dovrebbero guidare a sinistra, come in UK (ma siccome sono intelligenti usano il sistema metrico decimale, io li amo già!), essendo sostanzialmente un retaggio della colonizzazione britannica. In realtà guidano un po’ dove gli pare, destra, sinistra, sopra, sotto, non importa, l’importante è occupare uno spazio vuoto e avanzare. L’uso costante del clacson è facilitato da una particolare presa del volante, con una mano a mezzogiorno in cui parte dell’avambraccio finisce sempre per intercettare la zona centrale del volante in modo da poter suonare il clacson con regolarità ritmata “BIIIIP”….”BIIIIP”….”BIIIIP”, potrebbe esserci sotto anche una sorta di codice morse, ma sono più propenso a validare l’ipotesi sonar. Quindi si procede così, con un andamento quasi organico, flussi che si innestano a singhiozzo, piccole trombosi intorno ai lavori in corso, avanzando di pochi metri alla volta, in un flusso entropico e snervante. Non so come diavolo facciano gli autisti a non essere completamente schizzati di testa. C’è da dire che si procede molto molto lentamente, quindi anche in caso di impatto, se hai un minimo di lamiera intorno, non è che ti fai tanto male (credo). Certo, diverso il caso dei tanti motociclisti e dei commuter che si affidano ai derivati dell’Ape Piaggio

Car Sharing livello superiore

3 ruote, 6 passeggeri

E niente, ho visto solo 2 vacche grandi e nere, ma per il resto niente di così nuovo. L’autista dell’albergo non era sicuro di dove fosse l’ufficio, qui sono organizzati per plot, l’indirizzo solitamente sono 99 righe di testo, quindi si è fermato più volte a chiedere informazioni a persone per strada che molto cordialmente hanno risposto. Qui si aiutano parecchio, mi sa, almeno tra persone dello stesso rango sociale. Da noi l’interazione tipica è “Scusi, dovrei andare in Viale Manidalkoolo, sa dov’è?” Non sono di qui.

Sull’ufficio non dirò molto, solo questo: l’edificio è praticamente nuovo, stile roba nuova di qua, spunta fuori dal nulla come gli altri palazzoni, sembra quasi che questi edifici siano venuti fuori come funghi alieni, sollevando la terra per uscire, riversandola poi tutta attorno.

I colleghi sono veramente gentilissimi e la loro accoglienza è stata molto calorosa e premurosa, mi sento un po’ a casa, quella di giù, è una cosa che apprezzo moltissimo. Domani ci portano in un posto chiamato Kingdom of Dreams. Quando ce l’hanno detto ho subito sperato fosse un luogo di perdizione e di rapimento mistico e sensuale, invece è un bigino di India per turisti occidentali, o almeno credo. Vabbè, mi accontento. Per la prossima volta che visiterò l’India un collega si è già offerto di accompagnarmi al Taj Mahal (cioè, in realtà sono mesi che mi dice che ci devo andare!!) e poi a visitare il suo paese, che non ho capito quale sia ma comunque sta in Rajasthan e di questo sono molto contento. Qualcuno mi ha detto che il Taj Mahal è troppo turistico, e probabilmente è così, però se non lo vado a vedere mi staccano la pace. E poi deve essere molto bello 🙂

Per pranzo ci siamo fatti portare cibo indiano:

pranzo: qualcosa con qualcosa, vagamente piccante con un sapore di qualcosa

pranzo: qualcosa con qualcosa, vagamente piccante con un sapore di qualcosa. E riso.

tutto buono ma, credo, abbastanza normalizzato come gusto per non spaventare gli ospiti europei. Nulla di estremo o, meglio, nulla di verace. Meglio così? Soft start. Sto bevendo litri di acqua Kinley – With Added Minerals. Non è per sete, sto cercando di diluire la polvere, ma non c’è verso dip me in the water washing me down. Per tutto il giorno ho pensato di tuffarmi nella piscina dell’hotel, stasera ho scoperto che è vuota.

E stop, questo è quanto per oggi. La cena era più o meno così:

Cena: zuppa piccanti, 2cdiversi livelli di pollo piccante, una specie di ricotta con sugo piccante, riso

Cena: zuppa piccante, 2 diversi livelli di pollo piccante, una specie di ricotta con sugo piccante, riso

Dolce: una roba dolcissima al cioccolato, una roba dolcissima al non lo so bianco, tre diverse combinazioni di miele, zenzero e frutta secca

Dolce: una roba dolcissima al cioccolato, una roba dolcissima al non lo so bianco, tre diverse combinazioni di miele, zenzero e frutta secca

pensavo di dimagrire, prenderò 2 kg. Dopocena ho messo la testa fuori dall’albergo, sono stato investito da una nube di zolfo, particolato vario, sabbia, umidità. Tutto sommato i filtri dell’aria condizionata funzionano meglio di quanto immaginassi. Mi sarebbe piaciuto fare un po’ di esplorazione ma i miei colleghi di viaggio non sono dell’idea. Next time for sure.

Ah, già che ci sono, qualche dritta di natura pratica:

  • non guidate in India. Tipo mai.
  • Le mance, da quello che ho capito, non sono obbligatorie ma sono molto gradite. Ho fatto fuori i 4$ che mi erano rimasti da Cincinnati, ora non so come fare, ritirare solo per le mance mi pare stupido. Mia madre in questi casi dice “megghiu scì ca pù“, non sono minimamente convinto della regione di provenienza di tale idioma (la Pangea?), ma il significato è ovvio e lampante, per cui non lo tradurrò.
  • Le prese negli alberghi e negli uffici sono generalmente multi standard, quindi non servono adattatori, le spine vanno solo inserite nel modo giusto. Alla terza iterazione vi sentirete idioti, ma non disperate, elettrocuzione è una bella parola da pronunciare (elettrocuzione va subito nel foglio dei fastidi)
  • In questo periodo le temperature oscillano tra i 23 di massima e gli 8 di minima, secco e sabbioso di giorno, umido e sulfureo di notte.
  • Netflix funziona bene, aiuta ad alleviare quella sensazione di essere prigionieri nell’albergo.

Ed ecco la playlist per oggi, parzialmente anticipata, prepotentemente italiana

  • La zappa il tridente il rastrello la forca l’aratro, Rino Gaetano
  • Il Mistero della Polvere, Max Gazze
  • E Ti Vengo a Cercare, Franco Battiato
  • I Mistici dell’occidente, Baustelle
  • Take Me To The River, Talking Heads

’nuff said