Correva l’anno 2005, 9 anni fa. 9 e mezzo dai. Apple presentava il Mac OS X 10.4 nome in codice Tiger, quando ancora ci si affidava ai felini per la nomenclatura. Una cosa, questa dei felini, che mi è sempre piaciuta, mi ricorda l’usanza ancora in auge in Lamborghini, dove tutti i modelli hanno il nome di una razza bovina (tipo, Miura) o di robe che hanno a che fare con la corrida (non quella di Corrado) tipo Espada o Estoque, che poi è diventato roba spagnola in generale negli ultimi anni.

Excursus anagrafico a parte, Tiger fu (passato remoto!) a suo tempo un OS abbastanza innovativo, introducendo concetti e strumenti ancora oggi utilizzati sugli OS di Cupertino, anche quelli mobili. Ad esempio è il sistema che ha introdotto Spotlight e la Dashboard dei widget e VoiceOver. Rispetto al predecessore (per chi non c’era: Mac OS X 10.3 Panther) faceva un più diffuso uso del tema Aqua eliminando del tutto quell’aspetto a righettine verticali tipo cartoncino bristol che faceva taaanto inizio millennio.

Altre due tecnologie introdotte e molto sponsorizzate all’epoca furono Automator e le Smart Folders. Il primo nasce per permettere all’utente comune di realizzare applicazioni concatenando azioni prefabbricate in un flusso di lavoro. Le cartelle smart, invece, erano un’estensione del Finder che permetteva di creare cartelle “virtuali” il cui contenuto era deciso in base a criteri di ricerca.

Agli albori della mia attività di blogger ci spesi su po’ di tempo, dedicando diversi post sia ad Automator sia alle Smart Folders. E oggi? Oggi posso tranquillamente ammettere che non uso mai Automator e le uniche cartelle smart che uso sono le Playlist Smart di iTunes.

È anche vero che ormai utilizzo poco il Mac, praticamente quasi solo per gestione e modifica delle foto, ma mi domando se tra gli utenti storici e quelli di ultima data ci sia ancora qualcuno che utilizza Automator e Smart Folders. E se sì, per cosa?

’nuff said