… e in generale ridere, ma ridere forte, a crepapelle, ridere di te e del mondo, ridere di chi ti ridicolizza, ridere seriamente, ridere di dio e della matematica, ridere di gioia e ridere di dolore, ridere di tutte le parole, quelle dette, scritte o lette, riderci giocando. Ecco, in generale, spanzarsi dalle risate, ma risate di qualità…

me lo sono detto in testa una sera e poi l’ho scritto per non dimenticarlo, e sotto ci ho aggiunto un gioco di parole idiota per essere sicuro che alla teoria seguisse la pratica.

Se siete a Milano, andate a vedere Mistero Buffo al Teatro Nuovo, vale ogni singolo centesimo speso e minuto d’attesa in fila. Giuro, andate, abbuffatevi di risate e riconciliatevi con la città e con gennaio.

Io sono stato così fortunato da potermi sedere sul palco a mezzo metro da un premio Nobel, da Dario e Franca, che sono così spontanei e veri che non ti viene nemmeno da chiamarli per cognome, senza nulla togliere alla giusta riverenza verso due grandi del teatro.

Me ne stavo lì, seduto sulle assi di legno, con le gambe addormentate, gli occhi lucidi e senza riuscire a respirare per le risate, ma proprio crasse risate, risate di cuore, piegato in due ma senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla scena. Ok, ogni tanto mi riempivo gli occhi con la visione della platea stracolma, ma proprio piena, si può dire gremita? ecco gremita! spettatori disposti a sedersi sugli stretti strapuntini ribaltabili ai lati dei sedili che danno sul corridoio… e ok, a volte lanciavo occhiatine alla biondina dirimpettaia, ma solo perché rideva di un riso sincero.

È bello quando vedi ridere da dentro tante persone, ci si sente uniti, complici, famiglia di esseri umani in grado di condividere una felicità allegra e leggera, ma che riempie, si posa e poi non scivola via.

[e dai, giusto per giustificare il fatto che un post come questo stia su questo blog a tema informatico, se mai ce ne fosse bisogno dico, beh alla fine Dario Fo fu (senza accento tutti e due i monosillabi) quello che doppiò il famoso spot “Think Different” tanti anni fa…]

‘nuff said