Dato che siete in quarantena e non potete scappare, un po’ di storia dell’automobile italiana!

C’era volta un’utilitaria con la mamma inglese, fatta a Milano vicino alle Chrysler TC, con un motore giapponese, un patron Argentino-Modenese, l’aria condizionata della Maserati e lo stite tutto italiano. Chi era?

Siamo negli anni ’60, l’Innocenti di Lambrate, oltre ai tubi per carpenteria e alla Lambretta, si è messa a produrre automobili grazie alla collaborazione con la Leyland – British Car

Uno dei prodotti che va per la maggiore è la famosa Mini Minor:

Rispetto alla versione inglese, la Mini made in Italy monta servofreno su tutte le versioni, interni pregiati e il sistema hydralastic su tutte le versioni. Fanaleria e altri componenti vengono da fornitori italiani.

Nel corso degli anni i limiti della Mini iniziano a farsi sentire, soprattutto per via della concorrenza della nuova arrivata, l’Autobianchi A112, che subito si posiziona come prima della classe nel segmento.

Innocenti commissiona uno studio per rinnovare la Mini: dalla matita di Gandini per la carrozzeria Bertone esce un piccolo capolavoro. Però in casa Innocenti non ci sono soldi, e il pacchetto azionario è ormai stato ceduto tutto alla Leyland. Si decide nel ’74 di far uscire una vettura da affiancare alla Minor, con meccanica identica ma carrozzeria nuova sulla base dello studio di Bertone. Arrviano le Mini 90 e 120:

Il Modello viene ribattezzato internamente Nuova Mini o Mini Bertone, le vendite vanno così così.
Nel ’77 la Leyland in grossa crisi decide di cedere l’Innocenti: arriva Alejandro De Tomaso a rilvare tutto.

Nello stabilimento di lambrate si continuano a produrre le Mini “Bertone”, ora nell’allestinento De Tomaso (sportivo, paragonabile alla Cooper) e nel lussuoso allestimento Mille, prima utitlitaria con alzacristalli elettrici.

A fianco alle Mini passano le Chrysler TC e l’occasionale Maserati Biturbo: all’epoca Maserati è passata dalla Citroen a De Tomaso, e Chrysler ha chiesto lo sviluppo di una vettura cabrio (la TC), che di Maserati ha ben poco: telaio Daytona e motore V6 Isuzu… ma, almeno, è Made in Milano!

Ad inizio anni ’80 scade il contratto di fornitura con Leyland per motori e sospensioni, tocca tirare fuori qualcosa di nuovo.
De Tomaso coglie l’occasione per un rinnovo totale: nuovi motori e trasmisioni moderni provenienti dal Giappone, i mitici 3 cilindri Daihatsu con cambio a 5 marce, sospensioni completamente riviste: basta tamponi in gomma, si passa a sospensioni con molle elicoidali.
Nascono le “Minitre”, declinate nella 500 e nella 900

con la meccanica giapponese, le sospensioni italiane e lo stile Bertone, l’Innocenti Mini si evolve e aggiunge sempre nuove versioni: arrivano i diesel e addiruttura le versioni a cambio automatico due marce, le Minimatic

Nel corso del tempo si aggiungono le 650 e le 990, quest’ultima è una versione “lunga” della 900: da fuori si vede poco ma lo spazio a bordo soprattutto per i passeggeri posteriori è decisamente maggiore. Questa è l’ammiraglia: ha anche il condizionatore, preso in prestito da una Quattroporte.

Nel mazzo il buon Alejandro ci butta la carta che spariglia, il piccolo mostro, l’antesignana delle moderne Fiesta ST se vogliamo… La Mini De Tomaso Turbo ,col tre cilindri 993 cc portato a 75 CV grazie al turbo

I motori cambiano sigla a sceconda delle annate, in totale vengono vendute 6000 DeTomaso Turbo (chissà quante sopravvissute)

Nel ’90 arriva la crisi per DeTomaso, in buona parte dovuta ai debiti accumulati con Maserati (e le Biturbo che vanno a fuoco…)
Innocenti e Maserati passano a FIAT, la Mini si trasforma in Small, più o meno invariata nella meccanica, ma con interni che vedono la comparsa di componentistica fiat (ad esempio le slitte sedili della Cinquecento, mi pare)

Si comincia a parlare di possibile installazione di motori FIRE e cambi FIAT ma nel 93 arriva lo stop alla produzione. Non c’è posto nel Gruppo per uno stabilimento milanese e per l’ennesima utilitaria fatta in Italia (ci sono già Cinquecento e Y10). Lo stabilimento di Lambrate chiude i battenti. Condivide la triste sorte toccata a Portello e Arese.

Innocenti finisce di produrre in Italia, rimarrà per un po’ come marchio low cost con cui vendere in Italia FIAT Brasiliane.

Se siete arrivati fino a qui, una chicca. Durante la gestione DeTomaso furono approntati diversi prototipi marcianti della Minidue, una Mini motorizzata… Moto Guzzi!!

Purtroppo non se ne fece nulla: il bicilindrico di Mandello del Lario raffreddato ad aria e olio fu giudicato troppo “fragile” nell’applicazione a 4 ruote.

’nuff said