Per la serie tanto siete in quarantena non potete andare da nessuna parte, oggi, per la gioia di tutti facciamo un’infarinatura sul tema spider! O spyder? O soadster? E le cabrio? E le targa??? MOMENTO MOMENTO MOMENTO MOMENTO… Preparatevi ad un lungo viaggio. Alla fine del quale se avete in mente qualche tema automobilistico da approfondire chiedete pure, così poi magari mi ci metto 🙂

In principio fu la berlina…
Non è vero. Nei primi decenni dell’automobilismo ci sono state tantissime varianti di carrozzeria. Tutte o quasi derivate dal mondo delle carrozze. La nomenclatura stessa di alcune parti dell’automobile ancora oggi deve il nome a quando la trazione era equina: ad esempio, perché il cruscotto si chiama così? Una volta era la zona dove si metteva la crusca da dare ai cavalli.
Comunque, archiviate le carrozzerie phaeton (come quello che cade dal carro del sole) e le torpedo (blu o di altri colori), la carrozzeria più comune, soprattutto con l’avvento della scocca portante, divenne quella della berlina: anche questo nome è derivato da quello delle carrozze, in generale indica un veicolo con abitacolo chiuso a 2 o 3 volumi e a 2, 3, 4 o 5 porte. I volumi sono: il cofano anteriore, la zona dell’abitacolo per 4, 5 o 6 passeggeri, la bauliera.

Esempi di berlina

Una classica berlina del primo dopoguerra.

3 volumi, costruzione “body on frame”, cioè telaio a longheroni e carrozzeria imbullonata sopra.

Una classica berlina del boom

3 volumi, costruzione “unibody” cioè a scocca portante

Una classica berlina di fascia popolare

Miniatura

2 volumi, costruzione “body on frame”, con telaio a “skateboard”. Come potete immaginare in questo caso la “bagagliera” è davanti, il motore è dietro, come è stato anche per le Tatra

Oggi forse il corpo vettura più diffuso è quello della berlina due volumi, o hatchback, anche se c’è un bel contorno di SUV, crossover, MPV e via dicendo.

…ristretta in berlinetta… o coupé??
Da sempre l’automobile è sinonimo anche di velocità e sportività: non basta portare a spasso le persone, c’è voglia di farlo in modo agile e scattante.

Nascono le coupé, parola che letteralmente sta per “tagliata”: uno stile di carrozzeria chiusa, a 2 porte, con telaio a passo corto, con padiglione filante e il volume posteriore sfuggente e, appunto, troncato o assente, a 2 posti in configurazione 2+2, cioè con posti risicati al posteriore. Sono spesso ricavate accorciando e abbassando una berlina, ma possono esistere anche come modello realizzato da zero.

Si comincia a fare della filologia, e nel marasma delle nomenclature spuntano le berlinette. Le berlinette sono delle vetture chiuse, a 2 porte, a passo corto, con padiglione filante e con il volume posteriore sfuggente, e assente o troncato, a 2 posti o 2+2, cioè con posti risicati al posteriore…. come le coupé? Sì, come le coupé, ma teoricamente le “berlinette” sono coupé destinate principalmente alle competizioni e non sono quasi mai derivate da una vettura berlina.

La distinzione, potremmo dire, è di lana caprina… Però, facciamo degli esempi!

Una classica berlinetta di poco prima della Seconda Guerra Mondiale

Un classico coupé di poco prima della Seconda Guerra Mondiale

Sono entrambe basate sull’autotelaio dell’Alfa Romeo 6C 2500… come dire: trovate le differenze! Entrambe ovviamente body on frame

Un classico intramontabile coupé derivato da una berlina di serie:

Derivata dalla meccanica e dal telaio con passo accorciato dell’Alfa Romeo Giulia, la Giulia GTA 1300 stradale è il classico esempio di coupé di derivazione. Costruzione a scocca portante.

Dalla meccanica della stessa berlina (più o meno) si sono anche ricavate delle berlinette:

L’Alfa Romeo Giulia TZ2 (Tubolare Zagato 2). In questo caso il telaio è uno “space frame”, un traliccio in tubi d’acciaio (e vetroresina, nello specifico) su cui viene imbullonata la carrozzeria che non ha funzioni strutturali.

Un altro coupé molto famoso derivato da una berlina è il Porsche 356
Miniatura

La berlina di derivazione è, senza mistero e senza troppa ironia, il VW Maggiolino 🙂

Apriamo il vaso di Pandora!

Adesso vengono i dolori, con le scoperte. Si possono fare diverse distinzioni tra le scoperte, ma partiamo dalle due grandi gruppi: convertibili e barchette.

Convertibili: è il nome generico che si dà a vetture che hanno un tetto ripiegabile per passare da aperte a chiuse. Sotto questo nome possiamo inserire diverse tipologie: spider, roadster, cabriolet (o cabrio), targa, ma non possiamo inserire le barchette.
Barchette: sono vetture aperte a due posti, molto sportive e quasi sempre destinate alle competizioni, che non hanno la possibilità di essere richiuse, nemmeno con una capote di emergenza, perché ad esempio hanno un parabrezza molto basso, o ne sono totalmente sprovviste, e non hanno né lunotto né finestrini. Barchetta è un nome tutto italiano, dal gusto ricercato e usato soprattutto per vetture da corsa.

Un esempio di barchetta molto evocativo è l’Alfa Romeo Disco Volante

Ok, barchette finite, passiamo al nocciolo problematico della questione.

Cabrio(let)
Le vetture Cabrio sono convertibili ricavate “aprendo” una berlina due porte o un coupé. Queste realizzazioni mantengono lo stesso numero di posti della vettura di derivazione: se la versione chiusa aveva 4 posti, la cabrio avrà 4 posti, 2+2 sul coupé, allora 2+2 sulla cabrio… e così via. A volte si passa da 5 a 4, ma insomma, la regola è più o meno chiara. Ci sono anche cabrio 4 porte, con le porte dietro normali o con apertura controvento. Rispetto alla variante chiusa può o meno mantenere una struttura laterale intorno alle porte a sostegno dei finestrini, ovvero può avere i finestrini “a giorno” oppure no, più avere un rollbar centrale o no, ma sempre in tutti i casi il lunotto va giù insieme alla capote.

Alcuni esempi di Cabrio:

L’ennesima variante di 6C in versione Cabrio

coi suoi 4 posti intatti, i finestrini a giorno e il lunotto a scomparsa con la capote.

Una (sfortunata) cabrio derivata da coupé stradale
Miniatura

L’Alfa Romeo Giulia GTC, derivata dalle GT, conserva i 4 posti:

Con tutte le manopole per tutti i finestrini, sempre in realizzazione “a giorno”

Maggiolino e Maggiolone cabrio

qui i finestrini non sono “a giorno” perché rimane una cornice quando la capote va giù, mentre il lunotto scompare.

E il Porsche 356 Cabrio

Spider, Spyder, Roadster
Le Spider, o Spyder, sono vetture convertibili a 2 porte e 2 posti secchi, che presentano una linea bassa e filante, e non sono necessariamente derivate da coupé. Si chiamano spider come uno stile di carrozza in voga negli USA, con ruote raggiate molto grandi, passo corto e completamente prive di tetto, che le faceva sembrare grossi ragni.

In USA e poi in altre parti del mondo si è diffuso invece il termine “roadster” per indicare vetture del tutto simili alle spider, ma inizialmente indicava vetture prive di finestrini e con parabrezza molto basso, ripiegabile o addirittura asportabile. Questa cosa è durata poco, e ben presto spider e roadster sono diventati sinonimi, semplicemente i nomi sono diffusi diversamente a seconda del luogo del mondo.

Quello che è importante ricordare è che Spider, Spyder e Roadster NON sono cabriolet, hanno sempre e solo 2 posti, un passo tipicamente più corto di quello delle coupé e mai hanno parti di carrozzeria “sporgenti” a capote abbassata.

La prima automobile nella storia ad aver usato la denominazione di Spider è stata l’Alfa Romeo 6C 1500 (e 1750) Spider Zagato:

Sempre derivato dalla 6C, body on frame.

Un esempio di Spider ricavato da una vettura di serie è invece l’Alfa Romeo Spider “duetto”

Qui nella prima serie “osso di seppia”, è derivato dalla meccanica della Giulia Sprint, ma con passo ancora più corto (di 10 cm) e, come si può vedere, ha solo due posti.
A volte da uno spider si può ricavare un coupé, come nel caso dell’Alfa Romeo Junior Zagato GT costruito a partire dalla meccanica del Duetto:

ma è un caso abbastanza raro.

Ed ecco anche la versione roadster del Porsche 356

Miniatura

Questa versione differisce dalla 356 Cabrio soprastante perché ha 2 posti secchi, un parabrezza abbassato, molto inclinato e con cornice assottigliata. Porsche la chiama “Speedster”, crasi di speed e roadster. Crasi ripresa sui moderni Porsche Boxster (boxer + roadster).

Porsche fece anche una 550 Spyder

Che però, come avrete immaginato, è una barchetta e non una spyder. Il nome è una citazione della Cisitalia 202 Spyder Mille Miglia che però, pure quella, era tecnicamente una barchetta. La citazione era un segno di riconoscimento di Ferry Porsche nei confronti di Piero Dusio, patron di Cisitalia, che aveva pagato per far liberare il padre dell’ingegnere tedesco (Ferdinand Porsche) dalle prigioni francesi.

La 550 Spyder è tristemente famosa perché è l’automobile su cui ha perso la vita James Dean.

Porsche usa ancora la nomenclatura Spyder per versioni speciali della Boxster che hanno la possibilità di montare una capote in tela di emergenza (molto simile nell’estetica a quella che in gergo si chiama “bikini top”) che ingloba il lunotto e che quindi è uno spider a tutti gli effetti:
Miniatura

Targa

Infine, le targa: tra le convertibili sono quelle più “chiuse”. Per targa si intende una vettura convertibile, tipicamente 2 posti, a cui è possibile asportare totalmente la porzione di tetto compresa tra il parabrezza e il lunotto. Il lunotto resta al suo posto, insieme ai montanti che lo tengono su.

Alcuni esempi famosi sono la Dodge Viper

Le Lotus Elise

L’Alfa Romeo 4C Spider

che anche se si chiama “Spider” è in realtà una targa

E il Porsche 911 Targa

Bene… non ne sentivate il bisogno, non ve ne fregava nulla, ma tra un meeting e l’altro è stato un piacere mettere insieme questo materiale… in più… siete in quarantena, che cosa dovete fare se non approfittare per farvi un po’ di cultura?
Tanto non potete scappare BUAHAHAHAHAHAH BUAAHAHAHAHAHAH!

 

’nuff said