Ieri sera vi siete visti lo streaming dell’evento Apple, o almeno ci avete provato. Oggi ci avete rimuginato in metropolitana per tutto il tempo, e ve ne siete venuti fuori con un post-oscar-nomination che raccoglie un po’ le impressioni sui prodotti presentati e ancora non visti né commercializzati. Ecco i vincitori!

Indice dei contenuti

Categoria queue-campers senza motivo

Ovvero la gente che si accampa fuori dagli Apple store per essere il primo della fila a comprare i nuovi prodotti in uscita. Ci sono persone che si sono accampate già dalla domenica prima dell’evento, per essere i primi a comprare l’iPhone 6. Peccato che l’iPhone 6 verrà commercializzato dal 19 di settembre… figurati quelli che volevano comprarsi il Watch. Alè. Il mio premio va a due simpatici giapponesi:

Tomoaki Watanabe (with cap at left) and Tetsuya Tamura wait at the Apple store in Ginza. Jun Hongo/The Wall Street Journal

Tomoaki Watanabe (a sinistra col cappello) e Tetsuya Tamura. Jun Hongo/The Wall Street Journal

Segnalato dal WSJ.

Categoria voce fuoricampo straniera

Qui il premio va ovviamente all’interprete cinese (credo) che, con voce suadente ma decisa, nella prima mezz’ora del programma ha coperto la voce del presentatore di turno. Interpretazione fantastica e molto personale, si è contraddistinta soprattutto per le note di suspense quando non trovava la traduzione migliore, ad esempio quando Schiller parla di quella piccola chicca tecnologica che è il processore di movimento M8, in pratica ormai un micro-sistema di navigazione inerziale che, volendo, potrebbe essere utilizzato per cose molto più interessanti che misurare la distanza camminata o gli scalini scalati (tipo: navigazione più precisa in assenza di GPS).

Categoria gente che ha bisogno dell’Apple Watch

Chi ha bisogno dell’Apple Watch? Nessuno! Però data l’enfasi che si è data al sistema di misurazione dell’attività fisica, e quindi della salute e dello stato di forma, Tim potrebbe anche fare lo sforzo di regalarne un paio al suo esimio collega:

Phil, ammettilo, hai bisogno di un Apple (weight)Watch(er)

Phil, ammettilo, hai bisogno di un Apple (weight)Watch(er)

Devo essere sincero: il Watch non mi ha colpito più di tanto per forma o funzionalità, più che altro sono rimasto piacevolmente colpito da tutto il discorso sullo sport e sulla necessità dell’attività sportiva, lo stare in piedi ecc… anche se non penso che un dispositivo da 350$ e passa possa convincere la gente a rimanere in forma, è bello vedere che questo tema venga discusso e messo al centro di una conferenza Apple seguita da millemila geek e nerd affondati nelle loro poltrone.

Categoria mariuolo-facilitator

Metti tutte le tue carte di credito sull’iPhone e poi paga semplicemente sfiorando un lettore NFC col tuo Apple Watch. Già me lo immagino, furbetti dell’ultima ora che si staranno ingegnando a costruire accrocchi NFC da appoggiare al Watch degli ignari turisti (?) in giro a far shopping nel triangolo della moda milanese. Il premio va, ovviamente, al connubio Apple Watch e Mela Paghi 😀

Categoria VM18 – giocattoli sessuali

Sono sincero un’altra volta: l’Apple Watch mi pare un dispositivo parecchio inutile (come del resto tutti gli altri smartwatch concorrenti). Ti permette di fare un sacco di cose da teenager 6 metri sopra il cielo, tipo disegnare cuoricini, pesciolini e fiorellini di lillà (cit.) da mandare al tuo innamorato/a, o addirittura puoi fargli sentire il battito del tuo cuore. Cose sdolcinatissime. Esiste però una feature che si presta ad usi più… creativi? Cito dalla pagina ufficiale:

Tocco. Fai sapere a chi ami che lo stai pensando: mandagli un tocco leggero e discreto sul polso. Puoi personalizzare il tocco a seconda di chi lo riceve.

Sì, sì… sul polso, vero? 😉 praticamente è già predisposto per relazioni a distanza multi-parner. Voci dicono che uscirà anche una variante “self-love edition” che sospenderà automaticamente il sensore di movimento in determinati momenti in modo da non falsare le statistiche sul computo del movimento:  “Phil, oggi hai salito 495615 scalini”.

Categoria VM18 – le dimensioni contano

Sfatiamo questo mito delle dimensioni: un display da 5,5″ è meglio di uno da 4.2″! Phil ne è convinto e ce l’ha ripetuto n-volte, Tim ha detto che non solo i nuovi iPhone sono più grandi, ma sono più meglio in tutto e per tutto “Oggi presentiamo i migliori iPhone di sempre”. Ma no, dai? Pensavo che ne presentavi di peggiori rispetto a quelli precedenti.

Comunque, i maledetti rumors ci hanno rovinato la sorpresa spoilerando tutto, questi iPhone sono grandi, un po’ imbarazzanti (vedi righine nere nel design) e hanno organi sensibili sporgenti ed esporti agli urti (vedi fotocamera sporgente), insomma vanno protetti da adeguate mutande cover. A livello di features niente da dire: velocità di calcolo e resa grafica molto superiore all’attuale generazione, sensori per misurare la qualunque, la stabilizzazione ottica sul plus che è veramente una chicca! Certo, Apple si sta mettendo in un mercato difficile quello degli spogliatoi maschili dato che finalmente (e banalmente) ha deciso di adeguare le dimensioni dell’iPhone al resto della concorrenza. L’unica cosa che ne esce veramente distrutta e la nomenclatura: si è partiti dall’iPhone, poi il 3G(S) perché aveva il 3G, poi l’iPhone 4(S) perché… beh.. viene dopo il 3(G(S)), poi il 5(S) perché è dopo il 4(S), ora c’è il 6 e il 6+, e se pensate che il prossimo sarà 6 Plus S sbagliate, fonti attendibili riportano 7 — o Quasi Buono, a seconda delle indicazioni del Ministero per l’anno scolastico.

Poi ci sarà l’edizione Rocco per aggredire la sezione di mercato dei phablet.

Categoria miglior CEO del momento

Molti hanno detto che questa era la prova del 9 per Tim Cook, per dimostrare di essere un degno successore di Steve Jobs alla guida della Apple. Il fatto che Tim abbia scelto un luogo carico di storia come il Flint Center, dove è stato presentato il primo Macintosh (il Mac “antò fa caldo e mi sciolgo” 128k) e il primo Macintosh del rientro in Apple di Jobs, l’iMac G3 che ha segnato veramente un’epoca, faceva presagire un evento scoppiettante, pieno di “e BOOM”, dallo svolgimento impeccabile, con al centro prodotti oltre ogni aspettativa. Invece di boom non ne ho sentiti, lo svolgimento è stato pieno di problemi (parlo dello streaming), il one more thing era scontato e in generale i prodotti già noti, sia nella forma che nelle caratteristiche, e rappresentanti di una filosofia dell’adeguamento all’offerta della concorrenza che non mi ricorda molto la Apple di Jobs. Tra l’altro, ancora una volta, prodotti che ancora non possiamo acquistare. Però dai, tutto sommato i prodotti ci sono, le caratteristiche tecniche dichiarate sembrano superlative, il gusto per l’eccellenza non si è perso.

È per questo che, con grande piacere, vi annuncio che…

… il vincitore…

… per la categoria…

… “miglior CEO del momento” è….

SERGIO MARCHIONNE!! Che con una conferenza ha annunciato che dal 13 Ottobre diventerà presidente della Ferrari, ha parlato di travaso di tecnologie in un senso solo, da Ferrari a scendere, ha annunciato che nel 105esimo anniversario dalla nascita dell’Alfa (cioè il 26 Giugno 2015) presenterà la nuova Alfa Romeo probabilmente chiamata Giulia (guarda un po’, il nome in codice della piattaforma originale della Giulia era proprio “105”) e in definitiva ha fatto guadagnare quasi un +3% in borsa a FIAT S.p.A.

Insomma Tim, ne devi ancora mangiare di pasta asciutta… tu no Phil, per favore metti giù quella forchetta.

’nuff said