A volte ritornano… chi, io? Sì anch’io ritorno oggi, dopo millemila secoli di inattività peraltro per lo più non notata data l’immensa vastità di informazioni su laqualunque, tech related o meno reperibili online. Riuscire a scrivere qualcosa “di più” è praticamente impossibile per un piccolo blogger di provincia come me, a meno che non si tratti di qualcosa di personale e di nicchia.

 

Ecco appunto, personale e di nicchia: si dà il caso che sia recentemente rientrato in possesso del mio iBook G4 12″ 1.33 GHz con ben 1 GB di RAM e 40 GB di HD che non solo è stato il mio primo Mac, ma è anche stato l’apice dell’evoluzione della gamma iBook con processore PowerPC G4, nonché l’ultimo prima del passaggio ad Intel. Sono sicuro che molti di voi sanno benissimo di cosa sto parlando.

ibook g4

iBook G4 – Ancora splendido!

Dunque, ho deciso di dare nuova vita, o meglio, una nuova occupazione a questo gioiellino di policarbonato bianco che giaceva da anni inutilizzato. Nonostante il bell’aspetto, ho scelto di non relegarlo a funzione di reliquia da mostrare agli amici, ma di nasconderlo in un armadietto e stressarlo facendolo funzionare come server domestico.

 

Infatti, oltre ad essere molto bello, l’iBook è praticamente inarrestabile. Il processore è freddo, l’architettura solida, il consumo è altino per gli standard moderni (50W) ma accettabile soprattutto se utilizzato con bassi carichi (il processore dimezza automaticamente la frequenza di clock), senza connessioni wireless e col monitor spento. La configurazione attuale è questa:

  • Router Asus RT-AC66U (seguirà recensione)
  • HD USB da 500 GB
  • iBook G4
  • MacBook Pro 13″
  • Panasonic Viera TX-P50GT50E
  • Vari dispositivi Android / iOS

 

L’hard disk è connesso al router tramite USB ed è in sharing tramite il protocollo SMB (SAMBA) condiviso con tutti i dispositivi sulla rete. L’iBook G4 è connesso al router tramite ethernet, il MacBook Pro è connesso sulla rete WiFi a 5GHz mentre il Viera e gli altri dispositivi sono connessi al WiFi a 2.4 GHz. Il MacBook Pro, installato nel suo Henge Dock, è per ora appiccicato al Viera tramite HDMI.

Quello che fa l’iBook per ora è far girare μTorrent che riceve un torrentcast da ShowRSS (scarica automagicamente nuovi episodi) e salva i file sull’HD da 500 GB in condivisione SMB. Quando i download sono finiti, l’iBook si prende in carico pure di far partire Subliminal e TVnamer. Il primo scarica i sottotitoli giusti per ogni serie tv scaricata, il secondo si occupa di mettere tutto in ordine rinominando e spostando nelle cartelle di competenza. Ovviamente bisogna installare Python 2.7 in luogo del vetusto 2.5 e se volete vi metto un bello script su come fare tutto automaticamente senza far casini.

I file così scaricati vengono visualizzati sulla TV grazie alla funzione server DLNA presente sul router e al client DLNA presente sul Viera. Purtroppo, forse a causa delle limitate capacità del server miniDLNA installato sul router, o per carenza del formato mp4, o per altre cause dovute al fatto di far passare bit nell’aria… fatto sta che risulta impossibile riprodurre file mp4 con uno stream di sottotitoli. Allora, o riproduco il tutto dal MacBook Pro, o chiedo all’iBook di unire mp4 + srt in un unico file, cosa che fa molto malvolentieri tramite il software Handbrake. Tale operazione è decisamente CPU consuming e per questo motivo è sconsigliabile chiedere all’iBook di farlo.

 

Prossimamente appicchicerò all’iBook l’hard disk WD da 2TB e lo condividerò tramite AFP in modo da consentire un backup TimeMachine tramite l’aria. Non sono sicuro di volerlo fare veramente perché per ora ho un solo Mac (a parte l’iBook, su cui comunque non c’è nulla da backuppare) nel network e per ora va bene un back up via cavo, veloce e affidabile. In futuro si vedrà.

 

Per accedere all’iBook uso ovviamente VNC: sull’iBook basta abilitare la condivisione schermo dall’apposita opzione in Preferenze di Sistema > Condivisione e tanto basterebbe per accedere con un qualunque client all’interno della rete domestica. Ma siccome sono molto “demanding”, voglio accederci anche da fuori e lo faccio sfruttando il servizio di DNS dinamico fornito col router facendo il port forwarding delle porte corrette (essenzialmente, la 5200). Il router Asus fornisce un suo servizio di DNS dinamico che associa un indirizzo web “fisso” all’IP dinamico assegnato periodicamente dall’ISP al vostro router. In alternativa potrete usare altri servizi come dynDNS e simili.

 

Fin qui, tutto bene: tanta gioia per il riutilizzo del mio piccolo instancabile computerino bianco (ricordo ancora l’emozione di quando lo comprai e, ancora prima, di quando cercavo informazioni e review su internet prima di acquistarlo!) e un po’ di sano retrocomputing nemmeno tanto retro guardando gli anni.

Il problema è che l’architettura PowerPc è stata dichiarata obsoleta da Apple e il supporto come OS si ferma al Mac OS X 10.5.8 “Leopard” mentre dopo 10.7 Lion è caduto anche il supporto alle applicazioni per PowerPC che era possibile far girare su macchine Intel tramite il software Rosetta, ora definitivamente morto e sepolto.

L’ultimo OS made in Cupertino per macchine PowerPc risale all’agosto del 2009, ovvero ormai 4 anni fa… ere geologiche quando si parla di informatica!! Quasi tutti i software nativi per Mac hanno da tempo abbandonato il supporto a tale architettura, incluse molte applicazioni popolarissime come Transmission che da un’applicazione per OS X è diventato l’Applicazione per OS X, Linux e per chi proprio vuole anche Windows.

Tutto ciò ha determinato un invecchiamento improvviso della piattaforma, la cui unica speranza viene ora da progetti più o meno organizzati da parte di utenti appassionati o, ancora meglio, da specifiche versioni di Linux dedicate anche a questa piattaforma. La più aggiornata è sicuramente Lubuntu, una versione derivata direttamente da Ubuntu che, sebbene non mantenuta direttamente da Canonical, è sempre aggiornata a ruota dietro alla versione ufficiale e quindi permette di avere l’ultima versione di Ubuntu (sebbene con un window manager diverso) anche su macchine PowerPc.

In particolare, pochi giorni fa è stata rilasciata la versione stabile di Lubuntu 13.04 “Raring Ringtail”, stesso numero di serie e nome di Ubuntu. Tra l’altro, se la versione 14.04 “LTS”, ovvero “Long Term Support”, sarà portata su PowerPc significherà che dal 2014 per altri 5 anni il sistema sarà sicuramente supportato ed aggiornato anche su PowerPC. Fantastico.

 

Ovvero, l’OS più aggiornato per macchine PowerPc risale a pochi giorni fa e non è fatto da Apple.

Ovviamente aspetto da voi commenti su come utilizzare al meglio il piccolo G4. O anche no.

’nuff said