C.S.I, E.R, Dr. House, In Treatment, Ally McBeal, X-File… quante sono le serie TV che raccontano la gesta di professionisti sempre alle prese con il loro lavoro e con i problemi della vita privata ad esso collegati. Tante, davvero tante. Medici, poliziotti, agenti dell’FBI, supereroi, avvocati, tutti hanno una serie TV dedicata al loro lavoro, pure le casalinghe! E anche le Samantha, che non ho ancora capito che mestiere facciano, ma pare sia il più antico del mondo.

Ebbene, finalmente arriva una serie TV nuova, fresca e giovane, che riempie un vuoto solo parzialmente colmato da The Office.

The Engineer, la serie in questione, narra le disavventure di un ragazzo che per uno strano scherzo del destino, dopo aver stretto la mano ad un ingegnere radioattivo, decide che lo scopo della sua vita è laurearsi in Ingegneria Aeronautica.

Le origini sono narrate in un flashback un po’ fumettoso, mentre la serie è incentrata sull’ultimo mese di stage del protagonista. The Engineer è balzata agli onori delle cronache per via della regia molto particolare, con inquadratura fissa e praticamente zero scene di esterni, e per i dialoghi ridotti all’osso, praticamente assenti, e quasi solo in forma scritta, via mail. La critica ha parlato di “rappresentazione della destrutturazione dell’assetto socio-comunicativo nell’ambito del rapporto uomo-macchina-uomo-macchinetta”, e sicuramente l’ha fatto con cognizione di causa.

Comunque, la puntata di oggi è stata molto avvincente. A parte il solito inizio/sigla che si apre con un’immaginaria autostrada intasata del Nord Italia, l’episodio odierno fornisce subito un picco di adrenalina quando dei grafici che sembrano completamente sbagliati, si rivelano invece giusti. Ok, non giusti da far gridare al miracolo, diciamo ingegneristicamente giusti.

Dopo parecchie ore di riempimento di fogli excel e compilazione di programmi che a volte girano, a volte girano ma sbagliati, a volte non girano perché non  è stata trovata la cartella nel percorso specificato, un altro momento topico è quello della pausa caffè, alla macchinetta, con i dialoghi silenziosi che hanno reso famosa la serie.

Segue, verso metà puntata, la scena clou della mensa, in cui il protagonista si avvicina al ralenti, attraversa le porte scorrevoli, che si aprono al ralenti, e finalmente legge il menù. La suspense rimane altissima di fronte all’interrogatorio se prendere il primo, il secondo e il contorno o optare piuttosto per il primo, contorno, frutta e bottiglietta d’acqua.

La serie, devo dire, è molto avvincente, e l’attore protagonista si è rivelato molto capace nell’interpretare l’espressione con l’occhio fisso, dal cristallino immobilizzato, e la bocca semiaperta tipica di chi sta davanti al monitor per molte ore. Sembra anche che l’attore si sia sottoposto ad un ferreo regime alimentare e di mirata attività fisica per raggiungere la tipica silhouette con culo piatto e addominale rilassato necessaria per interpretare la parte.

Purtroppo però, la produzione sconta l’assenza quasi totale di personaggi femminili e di sottotrame amorose e, quindi, difficilmente catturerà l’attenzione del pubblico femminile, nonostante alcune vicende di maternità che si intromettono nel corso principale degli eventi. Il pubblico maschile è già perso in partenza proprio a causa della mancanza di pelo di qualità e in quantità.

È un vero peccato, perché The Engineer è una serie davvero originale, soprattutto colpiscono gli stratagemmi del protagonista per riuscire a cazzeggiare, anche senza internet, mantenendo l’apparenza di chi lavora sodo. Ultimo in ordine di tempo, quello di immaginare un ragazzo un molto stanco che, in preda al delirio quotidiano, decide di scrivere un post su una serie TV di sua invenzione che ha come protagonista uno studente di ingegneria alle prese con l’ultimo mese di stage. Un esperimento di meta-racconto mai tentato prima, se non in quella ormai classica e famosa puntata dei Simpson che, però, non raggiunge la stessa intensità del racconto in The Engineer.

Il consiglio, certamente, è quello di seguirla, dal lunedì al venerdì, fino al 30 settembre.

‘nuff said