La notte non è stata delle più tranquille. Siamo arrivati presto al motel, abbiamo avuto il tempo di fare la lavatrice, sistemarci bene e consumare una cena a base di anguria e birra. Per questo motivo la notte è stata poco tranquilla, avanti e indietro dal cesso a svuotare la vescica.

Stamattina comunque siamo andati in spiaggia, a Pismo Beach. Prima però, colazione. Con cereali e latte di capra, e l’immancabile yogurt greco. Siamo usciti con la nebbia, io nella classica tenuta californiana: calzettoni e felpa, col cappuccio.

In spiaggia la situazione non è migliorata, almeno non subito. Dopo un oretta la nebbia si è diradata ed è uscito un sole pazzesco, che però non si sentiva a causa del vento gelido. Ecco perché ora mi trovo in camera con tre red lobsters. Frisbie, libro, frisbie e poi… bagno nell’oceano. Mi scappava la pipì e non trovavo il bagno. Sono entrato, sperando di poter espletare subito i miei bisogni, ma purtroppo il fondo è basso, devi camminare a lungo.

Dopo poco le gambe hanno perso la loro funzione, mi sono inginocchiato e prima che i miei organi riproduttivi rientrassero definitivamente nella cavità addominale, son riuscito a far pipì. La cosa difficile è stata rialzarsi e riprendere a camminare, l’acqua era gelida a dir poco. Ho capito perché tutti quelli che erano in acqua, surfisti per lo più, indossavano delle mute.

Stufi del frisbie ci siamo semplicemente abbioccati al sole e al vento. Io mi son svegliato solo perché dovevo fare la pipì, coperto da un sottile strato di sabbia, che qui è finissima. Ecco come si formano le dune: gente che si addormenta in spiaggia e viene sepolta viva, meno male che ieri ho mangiato anguria e bevuto birra. Stavolta comunque niente oceano, cerco il bagno e poi ci mettiamo in viaggio per Montana de Oro, un parco naturale qui vicino.

Qui la costa cambia completamente: è rocciosa e si butta direttamente nel mare, un susseguirsi di calette e insenature profondissime, gole, anfratti e grotte. Camminiamo su un sentiero in alto sulla scogliera, finché non ne imbocchiamo uno che va giù fino al mare. Cammino sulle rocce fino ad arrivare al confine tra terra e mare, sospeso, come sospese sono le cose che ho lasciato in Italia. Non posso fare a meno di pensarci, lì, al confine dell’universo, con davanti solo oceano blu, penso alle cose non chiuse. Dura pochissimo, perché poi il respiro del mare mi calma: mi rifugio in una piccola conca scavata nella roccia, con le pozze dei granchi ai lati, inspiro ed espiro al ritmo dell’oceano. Era questo che cercavo, fusione totale, svuotamento assoluto.

Il bello di questo parco è che è abbastanza lasciato a se stesso. Sì c’è il sentiero, ma è tutto abbastanza selvaggio, ancora da scoprire, almeno così ci sembra. E se anche ci sono passati migliaia e migliaia di persone su questi scogli prima di me, io comunque mi sento il primo.

Ci rimettiamo in viaggio verso San Simeon, dove trovare il motel. È presto, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, poi magari andiamo a vedere i leoni marini, anche se siamo un po’ cotti. Nella via del Motel 6 ci sono altri motel, facciamo un confronto tra i prezzi e i servizi e decidiamo per il Courtesy Inn. Fanno una colazione vera e c’è la piscina, e l’idromassaggio! E poi la stanza è bella grande e c’è il frigo!

Ci buttiamo in piscina, i leoni marini possono aspettare. Adocchiamo subito l’idromassaggio (vasca per 5) ma è occupata, quindi decidiamo di aspettare facendo qualche vasca nella piccola piscina. Il Penny fa in tempo a dare una frontata sul fondo, tanto è basso in alcuni punti! Comunque, quando ormai le nostre dita sono secche come prugne, io, Penny e Andrea riusciamo ad appropriarci della jacuzzi. Uh, che goduria! Per rendere perfetto il momento, oltre alla jacuzzi, ci vorrebbe una birra ghiacciata e una bella ragazza esperta di immersioni. Purtroppo le bevande son vietate e qui la presenza femminile va dai 14 ai 64 anni, ma saltando la fascia dai 15 ai 35. Comunque la jacuzzi è il motivo per cui questo post è frettoloso, ci abbiamo passato dentro molto tempo.

Definitivamente rattrappiti ma rinfrancati, belli docciati e profumati, cerchiamo un ristorante. Pensavamo ci fosse un paese collegato a questo grumo di motel attorno alla statale, ma invece no. Finiamo al San Simeon Beach Bar & Grill, a nutrirci di zuppa e pesce. Cucinano il calamaro in un modo incredibile, è buonissimo, ruberò la ricetta. Il conto è a dir poco salato, ma la birra è a refill g

‘nuff saidratuito… cazzo a saperlo prima!

Beh, ormai, è già quasi ora di andar a dormire… domani leoni marini e Big Sur!

‘nuff said