Purtroppo era spenta, la scritta dico, quella di Hoollywood. Il Penny, comunque, è riuscito a fotografarla, con un tempo di esposizione immane e luminosità a palla, siamo contenti, affamati e infreddoliti, dobbiamo ancora arrivare al motel. Infreddoliti, sì, perché in California fa freddo: una volta calato il sole, la brezza di mare (o di terra? non mi ricordo più) si fa sentire e bisogna metter la felpa. È già quasi mezzanotte e noi ancora dobbiamo mangiare e, magari, fare la lavatrice.

Quando arriviamo al motel, Luigi (il receptionist del motel 6) ci dice che il posto più vicino per mangiare è qui dietro, ma chiude tra 20 minuti! Ci lanciamo, il posto è un “in-n-out burger”, un fast food molto anni 60 che fa solo hamburger in ben 3 varianti! Il double double hamburger, il cheesburger e l’hamburger. Però puoi scegliere se mettere le cipolle oppure no. Dopo questa fantastica cena, finalmente ci buttiamo in camera. Wow, questo motel ha la piscina! In stanza fa un freddo porco e l’allarme anti incendio squittisce a intervalli constanti. Togliamo la batteria: squittisce. Stacchiamo i fili: squittisce… è maledetto? Dopo un po’ finalmente si esaurisce. Niente lavatrice, siamo cotti ed è tardi!

Quando stamattina ci svegliamo, sono le 10. Tra un’ora c’è il check out, bisogna fare in fretta! Facciamo una colazione decente sui tavolini esterni del motel, dopo aver fatto la spesa al mini market accanto che per lo più vende alcolici. E poi in viaggio verso Santa Barbara. Sulla 101 ci accorgiamo subito che Marco ci manca un sacco, non c’è nessuno a far commenti sulle ruote gemellate dei pickup. Marco ci manchi!

A Santa Barbara, prima di andare in spiaggia, facciamo un giro nei luoghi più importanti. La cittadina è formata da case basse, con intonaco chiaro, buganville e qaunt’altro serva a caratterizzare una città tipicamente di mare. Visitiamo prima la Missione, ma solo da fuori, che l’ingresso costa 5 $! Qui intorno sembra un po’ sud Italia. Poi ci spostiamo al tribunale, molto bello: internamente è tutto decorato con piastrelle colorate e soffitti affrescati. C’è anche una torre da cui vedere una panoramica della città. Con nostro grande disappunto, ci accorgiamo che qui il mare è a sud est… ma come? non siamo in California, sulla west coast? Boh, valla a capire la geografia!

Dopo il giro in città, facciamo un salto al molo dove pranziamo. Una brezza gelida vanifica l’effetto riscaldante dei raggi del sole, in equilibrio termico ci mettiamo in coda per un fish & chips. Cazzo se è cara Santa Barbara, però il fish & chips è abbastanza buono e anche questa salsina a base d’aglio, che probabilmente digerirò domani o dopo. Credo dopo.
Incredibile, oggi abbiamo fatto colazione e abbiamo pure mangiato quasi all’ora di pranzo, non ci credo! Per festeggiare, con questo fardello sullo stomaco, andiamo a spiaggiarci. Becchiamo l’east beach park, con la sua decina di campi da beach volley, e piantiamo gli asciugamani. Riposino, poi magari bagno.

Ci deve essere un posto speciale verso cui viaggia il pensiero quando ti addormenti sotto il sole a picco, sferzato da una brezza gentile ma fresca, ipnotizzato dal suono pieno e tranquillo delle onde oceaniche. Deve essere un posto un po’ magico, fatto di certezze e istanti felici. Come se per un attimo potessimo affacciarci su una delle tante versioni della nostra vita, di quella che è stata o che potrebbe essere, universi paralleli che nascono ai bivi della nostra esistenza, come quella volta che una cosa poteva andare bene o male. E se qui è andata male, di là di sicuro è andata bene.

Deve essere così, che nel dormiveglia il confine del vero si fa sottile e sfilacciato e qualcosa di evanescente, come una coscienza svanita, può davvero passarci attraverso o, almeno, guidata da suoni, musica e parole, su sentieri di salsedine, inventarsi mondi e storie in cui è bello fermarsi per un po’. Deve essere proprio così, che sennò come te lo spieghi questo sorriso ebete di felicità soddisfatta? Anche se non ricordo nulla, sono stato di sicuro in un bel posto, c’era un Jeby felice e qualcuno con lui.

E se anche qui non è niente male, anzi, lì però era un po’ meglio. O forse no, forse era solo diverso, felicità differenti ma sempre felicità sono. Non lo so, stavo dormendo e mi son svegliato con un sorriso di gioia riflessa, qualunque cosa fosse era bello. Forse è solo l’effetto del fish & chips con salsa all’aglio: mai sottovalutare il potere di una digestione lenta e complessa.

Per digerire tutta quella robaccia, tentiamo una passeggiata esplorativa della spiaggia, ma veniamo presto stoppati da massi franati e sciami densi di moscerini. Allora decidiamo che è ora di una bella sessione di Ultimate Jettati Frisbie, dove Jettati sta per “buttati a terra, prendi il frisbie per primo e poi lancialo fortissimo sugli stinchi di un tuo compagno”.

Quando finiamo, siamo a dir poco insabbiati: bagno nell’oceano freddissimo e poi, prima di congelarci definitivamente, decidiamo dove andare. Stasera riusciamo pure a cenare, prima di trovare un motel! C’è un Uncle Rocco’s New York pizza, dal nome ci ispira, ma dal vivo è tristissimo. Facciamo un giro sulla State Street, che è la via principale, e poi ci infiliamo in un ristorante.

Sorvolerò sulla qualità del cibo, hanno questo vizio di mettere spezie ovunque, così non si sente altro che quel sapore. Però c’è questa cameriera molto carina, non appariscente, semplicemente carina. Mora, capelli lunghi vagamente mossi, ha una t-shirt che le arriva fin sotto al sedere, un bel sedere bisgona dire. Non eccellente, comunque un 7 e mezzo abbondante. Poi pantaloni neri, sembra avere belle gambe. Insomma, devo averle fatte una radiografia, forse se ne è accorta. Comunque assomiglia a qualcuno, non so… sì, assomiglia decisamente a qualcuno… a qualcuno che mi farei! Si chiama Jen, Jen Hill.. insomma, Gennara Collina… ciao Jen, ci si vede!

Usicti dal ristorante c’è giusto il tempo per una capatina all’adult store lì di fianco… vendono delle robe assurde. Facciamo una foto “sberle di dildo in faccia” per Marco e ci mettiamo alla ricerca di un motel nei dintorni. Qui costano tutti un botto e son tutti pieni. L’illusione di andar a nanna presto svanisce, anche perché almeno oggi dobbiamo fare la lavatrice. Boh, ci spostiamo verso nord, sperando di trovar qualcosa.

‘nuff said