Prima di tutto: ho riletto un paio di post e mi sono accorto che… cazzo quanti errori!! E che stile di merda! Vi giuro, nella mia testa suona tutto diverso, poi quando mi metto a scrivere solitamente sono veramente cotto perché è fine giornata… aggiungi che scrivo in auto o comunque al buio, risultato: errori, scambi di lettere, stile merdoso, concetti che volevo scrivere e che mi sono dimenticato. Tipo, volevo scrivere: ma come cazzo si fa a vivere a Mexican Hat, fatto di un benzinaio, due motel e un ristorante, a mille milioni di miglia da qualsiasi cosa, nel cazzo di centro del nulla? Cosa fai, dove vai a scuola, ti sposi col vicino di casa, che probabilmente è un tuo parente stretto? Boh, vabbè. Mi scuso per errori e tutto il resto.

Comunque, metabolismo a puttane. Dai su, mangia solo frutta e verdura, saltando parecchi pasti e poi improvvisamente sparati un burrito pieno di fagioli, maiale e robaccia piccante. Stamattina: i mostri. Però oggi almeno abbiamo fatto una colazione come si deve, al Super 8 se vuoi di puoi fare pure i waffle: distributore alla spina di pastella, spruzzo di burro fuso (la cicciona ci dà dentro di brutto) sulla piastra e via, ti fai il waffle. Io evito.

Svuotiamo le viscere, facciamo benza e partiamo, un’ora e mezza di viaggio verso il Grand Canyon, anzi… “TO the GRAAAAAND CAAAAANYON! It changes your life!”, così ci aveva detto il tizio di New Orleans di origini vagamente siciliane in coda a Cedar Point. Sarà, noi siamo carichissimi. Ci facciamo tutta la strada, metà senza radio che qui non prende un cazzo, se non la 660 su AM, radio Navajo, tamburi e sbadigli modulati a nastro (non conento, Penny ha preso pure un CD…).
Però per un tratto becchiamo una omologa di radio deejay, passano pure Rihanna e allora basta, non ce n’è più per nessuno. Dalle T.A.T.U. (te le ricordi, le zozze russe!) all’immancabile Katy Perry, tutte in fila.

Arriviamo al parco, per chi ha la tessera c’è la corsia prefernziale, noi la ‘nuff said’nuff saidimbocchiamo e ad un certo punto sentiamo: “OOOOOOH!”. Retro, il casello era dalla parte opposta del previsto, a destra. Cazzoni. Ok, però il tipo si è indurito un bel po’ e mi fa “Hey, can you read that sign?” quale fottuto cartello “That one!” e mi indica un cartello alla mia sinistra… a sinistra?? Ma quando mai li metti i cartelli a sinistra?? Forse in UK o negli altri posti dove sono così idioti da avere le auto con la guida a destra, ma nei paesi che guidano normali tutti i cartelli li metti a destra e al limite replichi a sinistra. Sì, c’è scritto STOP, ma chi cazzo l’aveva visto. Il tipo si incaza “è un passaggio pedonale, potevi ucciderci!” Ok che ho una buona esperienza, ma a te ciccionazzo ti vededo da qualche miglio. Forse sì, ti avrei stirato, ma di proposito.
Ottenuto l’accesso, ripartiamo con una sgommata di disprezzo. Ma bbbbaffanculo!

Arriviamo al cento visitatori, prendiamo la cartina e ci mettiamo in marcia. Il Grand Canyon è veramente “Grand”, in certi punti è largo sedici km e profondo uno e mezzo. Il Colorado ci scorre in fondo, dopo averlo scavato ben benino per qualche migliaia di millenni. Sul serio, uno spettacolo della natura, panorama mozzafiato, un posto così non lo trovi altrove, tutto quello spazio, le rocce a strapiombo, il fiume sotto… peccato che… c’è il solito stradone di afalto, e i pulman, e i turisti, e i cinappi che sbraitano, e pure il sentiero è asfaltato!

E che cazzo!! Ma come faccio a trovare il sublime, la meraviglia estatica, a godermi la magia, con tutta questa umanità casinista e l’intrusione della civiltà in catrame. Dov’è il silenzio, la pace, il senso di solitudine o quello di comunità con un ristretto numero di persone che hanno fatto una fatica dell’accidente ad arrivare fin là per godere dello spettacolo? Niente, panorama da 110 e lode e bacio accademico, nonostante un po’ di foschia, ma magia proprio zero.

Scende a meno dieci quando nel nostro peregrinare a 2100 m di quota sotto il sole cocente giungiamo in una specie di villaggetto. Ma cazzo, c’ho il Grand Canyon, spettacolo della natura, e tu mi piazzi dietro sta merda di rivenditore di paccottiglia, rigurgita turisti in visita guidata? Ci si mettono di impegno a rovinar l’atmosfera. Scoiattoli e uccellacci del malaugurio a profusione. Gli scoiattoli non temono più l’uomo, se gli avvicini un dito cominciano a sgranocchiarti mentre in alto nel cielo ti girano intorno alla testa gli alani alati, qui detti raven, ovvero corvacci neri e grossi grossi. Qui, in generale, è tutto più grosso, anche gli insetti e le lucertole. In teoria nel parco dovrebbero trovarsi anche coyote e grossi felini, ma figurati, con tutti questi turisti.

Comunque è un peccato: panorami del genere e animali selvatici così non li vedi spesso. Io li ho visti solo nell’inaccessibile vallata di B’Wonj, dove solo coloro che sono degni possono accedervi. Qui è tutto mischiato a cappelli, ciondoli e fotografie, dopo poco mi stufo. Peccato davvero, forse dovevamo fare il percorso a piedi fino al colorado, quello sconsigliato da fare in un solo giorno che rischi la morte, per gustare il vero Grand Canyon. Ma anche lì è pieno di gente e poi rischi che arrivi sudato marcio e sfatto e ti trovi davanti il ciccione arrivato con l’elicottero o chissà che cazzo, bello fresco, col suo bibitone in mano. Che si fottano sti merrigani, non capiscono proprio un cazzo.

Niente, alla fine è dalle nove e mezza che camminiamo, è l’una e un quarto, decidiamo di prendere il fottutissimo autobus e tornare indietro. Un paio di americanotte fanno commenti su quanto sia sexy Marco, ma lo capiamo troppo tardi. Sull’autobus mi abbiocco violentemente, ma in qualche modo riusciamo a tornare indietro al centro informazioni e becchiamo l’immancabile negozio di souvenir. Vendono un libro sulla superiorità naturale del mulo e sulle ricette a base dell’impronunciabile Chipotle.

Vabbè è tardi, cotti dal sole ci mettiamo in viaggio, verso dove? Verso Las Vegas! Dopo tutto questa natura edulcorata è l’ora della zozzeria pura, andiamo nella capitale mondiale della minchiaggine, dello sperpero e delle puttanate colossali! Non vuoi fare un giro nel casinò che riproduce i maggiori monumenti di Venezia in scala reale? O in quello nuovo alto chissà quanto, tutto di bronzo e con l’entrata nascosta da una montagna artificiale alta sette piani? Dai cazzo, ci hanno pure girato C.S.I, ce ‘o sai?

Chiamiamo per una suite ma costa troppo, quindi alla terza ora di guida (sono cottissimo) ci fermiamo all’autogrill per refillarci di benza, calorie e cercare su internet la stanza. La troviamo, intanto io mi faccio pure di super zuccheri (M&M’s al burro d’arachidi) e caffeina, cedo il posto a Penny e riprendiamo il viaggio verso la Mecca del peccato. Nei pressi della mega diga sul Colorado river, becchiamo anche un posto di blocco della polizia, ma siamo protetti dai canti sacri dei Navajo e passiamo facile. Fuori ci sono 108 °F, che in °C significa: un cazzo di caldo bastardo! E sono le 19.50!

Fortunatamente oggi pomeriggio all’autogrill siamo riusciti a prenotare una suite. A quanto pare in settimana le suite dei grandi alberghi te le tirano dietro. Di domenica, a ferragosto, devi sborsare quei 300 e passa euro… Le nostre tasche ci consentono un altro tipo di suite, a 95 euro, vicinissima alla Strip ma appena fuori… potete immaginare che genere di “suite”… beh, nel suo genere lo è, e di fronte abbiamo un Hooter di dimensioni galattiche… beh, è ora di esplorare questa città!!

‘nuff said