Recentemente Steve Jobs ha annunciato il cambio di nome di Apple, da “Apple Computer Inc.” a “Apple Inc.”… a molti è sembrato quasi un tradimento delle origini, un chiaro segno del fatto che Apple si occuperà sempre meno di Computer e sempre più di Altro. In effetti, guardando i resoconti finanziari dell’azienda, si evince che gli introiti derivanti da iTunes ed iPod superano da soli quelli delle vendite dei Mac. Inoltre nell’ultimo keynote S.J. ha presentato due prodotti (Apple TV e iPhone) che nessuno potrebbe chiamare “Mac”. Ma siamo proprio sicuri? Qual è la vera rivoluzione dietro il cambiamento di nome della società? Paradossalmente mi verrebbe da dire che il nuovo corso sia riassumibile in “più Mac per tutti”. Infatti insieme all’Apple TV e all’iPhone sono state (non)presentate due nuove versioni di Mac OS X…

iPhone OS: schegge di futuro
Immagino che tutti abbiate visto la presentazione dell’iPhone con il suo OS dalle strabilianti caratteristiche (se non l’avete fatto, cliccate qui). Non essendo stato ancora rilasciato, non si può sapere molto sull’OS in questione, se non che Steve Jobs stesso l’ha chiamato “OS X”. Se sia o meno basato su Darwin non è dato saperlo, né si sa se sarà una versione ridotta, riveduta e corretta di Mac OS X o un OS completamente diverso, che però si appoggia allo stesso kernel. Certo è che l’iPhone OS rappresenta un’evoluzione del concetto di sistema operativo “mobile” che, in qualche modo, anticipa quello che sarà il Mac OS X del futuro.

Apple TV OS: il cavallo di Troia
Sul nuovo OS dell’Apple TV si sa poco. Si sa che, come Tiger e i suoi predecessori, è basato su Darwin, che si prefigura quindi come una versione ridotta di Mac OS X, adatta all’hardware “scarno” dell’Apple TV. In particolare Apple TV OS ha una dimensione di circa 200MB, e può far funzionare diversi programmi… come ad esempio VLC! Sì, qualcuno si è messo in testa di “crackare” (o meglio: “hackerare”) l’Apple TV per farle riprodurre DivX & Co, e una strada tentata è stata proprio quella di usare VLC. È possibile che presto esca qualche patch per usare anche il Finder sull’Apple TV OS, chissà! Quello che è certo è che l’Apple TV assomiglia ad un vero e proprio cavallo di Troia per portare, sotto mentite spoglie, il Mac nelle case di “tutti”, inseguendo una diffusione sempre maggiore, data anche la compatibilità con Windows. Non solo, qualcuno si è preso la briga di immettere nel circuito peer to peer (e non solo) un’immagine disco con l’Apple TV OS. C’è qualche lavoretto da fare, ma c’è chi giura che presto riuscirà ad installare il leggerissimo OS sul suo vecchio PC per riciclarlo come nuovo centro multimediale (se non fosse per il rumore delle ventole…). Gli “hackeraggi” dell’Apple TV non si limitano all’abilitare nuovi formati video, ma anche a renderla più accessibile dall’esterno e ad aggiungere funzionalità extra (che ne dite di un server Apache su Apple TV?). E, naturalmente, è nato un sito a tema.

In ogni caso sembra proprio che la scomparsa di Computer dal nome dell’azienda sia solo un presagio della sorte che in futuro toccherà a OS X: non più relegato solo all’interno di un computer, ma libero di conquistare nuovi mercati e nuovi utenti, declinato in differenti versioni a seconda del dispositivo su cui si installerà. Insomma una svolta “embedded” che molti (me incluso) aspettavano da tempo. Che sia questa la strada giusta per allargare la diffusione del “sistema operativo migliore del mondo”, puntando sulle sue capacità camaleontiche piuttosto che se una rigida visione Mac-centrica del mercato? E cosa ne verrà in tasca a noi utenti? Non si sa, come lo stesso Jobs ebbe a dire:

Again, you can’t connect the dots looking forward; you can only connect them looking backwards

’nuff said

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