Dato che oggi ho studiato tutto il giorno materie tecniche, in cui la presenza umana è rintracciabile solo dallo sporadico apparire di nomi impronunciabili (Trefftz, Jourawsky, Kutta-Joukowsky* ecc…), sentendomi completamente alienato dal resto del mondo e avendo bisogno di ritrovare una dimensione umana della realtà che mi circonda, ho deciso di inaugurare una nuova serie di post riguardanti l’argomento “Scrittori Think Different”. E quando dico scrittori think different, non intendo scrittori che hanno usato o usano il Mac, ma letterati che, quando tutti andavano da una parte e scrivendo in un certo modo e di certi argomenti, hanno deciso di voltarsi in direzione opposta e stupire, innovare, per rimanere così per sempre vivi e vividi nella storia. Sono gradite anche segnalazioni, che siano dettagliate però!

Il primo scrittore di cui parlerò è quello che, secondo me, più di tutti ha saputo staccarsi dalla massa e brillare. Mentre tutti scrivevano delicate poesie in “dolce stil novo”, mentre Dante era in vacanza agli inferi o passeggiava tra le nuvole, il poeta in questione scriveva vere e proprie provocazioni, versi in contro tendenza destinati a renderlo immortale! Se non l’avete ancora capito, sto parlando di Cecco Angiolieri, contemporaneo di Dante, ma di tutt’altro animo (di Dante, comunque, ci occuperemo un’altra volta, poiché anche lui è sicuramente da mettere nell’albo dei pensatori differenti). I versi più famosi di Cecco Angiolieri sono sicuramente:

S’i’ fosse foco, arderéi ‘l mondo;
s’ i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo,
ché tutti cristïani imbrigherei;
s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei?
A tutti mozzarei lo capo a tondo.

S’i fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente farìa da mi’ madre.

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
e vecchie e laide lasserei altrui.

in cui si può notare tutto l’anticonformismo di Cecco. Mentre tutti parlano di amori dolci soavi e anche platonici, Cecco va al sodo, all’essenza del piacere carnale! Mentre c’è chi si produce in “captatio benevolentiae”, Cecco da’ libero sfogo a tutte le sue passioni, ai suoi desideri, anche ai più “grotteschi”, senza nessun timore reverenziale. Cecco è un uomo e non ha paura di mostrare la sua natura, in S’i’ fosse foco, arderéi ‘l mondo c’è l’esaltazione dell’individualismo, del piacere in quanto tale! E giusto per restare in tema “Divina Commedia”, ecco un’altra opera di Cecco Angiolieri:

Non si disperin quelli de lo ’nferno,
po’ che n’è uscito un che v’era chiavato,
el quale è Cecco, ch’è così chiamato,
che vi credea stare in sempiterno.

Ma in tale guisa è rivolto il quaderno,
che sempre viverò glorificato
po’ che messer Angiolieri è scoiato,
che m’affliggea di state e di verno.

Muovi, nuovo sonetto, e vanne a Cecco,
a quel che giù dimora a la Badia:
digli che Fortarrigo è mezzo secco,

che non si dia nulla maninconia,
ma di tal cibo imbecchi lo suo becco,
ch’e’ viverà più, ch’Enoch ed Elia.

Tra l’altro, per chi non lo sapesse, S’i’ fosse foco, arderéi ‘l mondo è stata pure interpretata da un grandissimo poeta della nostra epoca, è cioè Fabrizio De André, un poeta che per tutta la sua vita non ha mai avuto paura di andare “in direzione ostinata e contraria”

’nuff said

* Kutta-Joukowsy (così come Navier-Stokes, Lax-Milgram e molti altri) non è un’unica persona, ma due studiosi distinti. Nella mente di ogni studente (di ingegneria), però queste figure si fondono in un unica entità e quindi i nomi vanno pronunciati assolutamente insieme

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