AGGIORNAMENTO 1
Prima di leggere qualsiasi cosa di questo post, andatevi a vedere questo video di David Pogue realizzato per la rubrica Technology del New York Times!!
È troppo esilarante!!! 🙂
Ed è stato anche molto gentile perché non ha fatto notare alcune cose mooooolto più palesi (tipo l’icona del campo ricerca).

AGGIORNAMENTO 2
Questo post è stato ripreso sul blog Pollycoke, uno dei siti su cui vado a rifornirmi di notizie riguardanti il mondo di Linux. Felipe, il gestore del blog, ha riproposto questa riflessione al suo pubblico di Linux user. Vi invito a passare dal sito e leggere le opinioni degli utenti Linux su questo argomento.

In questo periodo ho letto qualche post che ha scatenato in me questa domanda: dove sta andando la GUI? Detta così, suona in po’ criptica. In parole povere ho provato a chiedermi qual è la direzione presa nei vari sistemi operativi in relazione all’interfaccia grafica.
Innanzi tutto, quali sono le caratteristiche di una buona interfaccia grafica? Deve essere chiara, usare metafore facilmente comprensibili, offrire uno sfruttamento razionale dello spazio, essere accessibile a tutti, anche a chi soffre di particolari disturbi o handicap, e sprecare meno risorse hardware possibile. Come aggiunte, ormai irrinunciabili, ci devono essere una buona estetica, un’omogeneità generale della GUI e la possibilità di personalizzazione.

Dove stiamo andando?

Windows Vista:
Come noto, entro gennaio 2007 (forse) vedrà finalmente la luce il tanto atteso (da chi?) Windows (s)Vista. In questo sistema operativo è stata implementata una “nuova” GUI chiamata Aero: la particolarità di questa interfaccia, oltre alle continue citazioni di elementi made in Apple (chiaro segno di adulazione), è l’uso smodato di trasparenze (ancora più che in Mac OS X 10.0, e sembra quasi impossibile!!), l’incoerenza e la cattiva razionalizzazione dello spazio.
Incoerenza (e trasparenze):


Cattivo sfruttamento dello spazio:

Funzioni inutili:

oltre a ciò, Aero può vantare anche una richiesta hardware non indifferente: tra i requisiti minimi per far girare Aero c’è l’avere una scheda video con memoria di 128MB… solo per l’interfaccia! 🙂
In compenso questo genere di interfaccia ha il pregio di essere molto personalizzabile.

Linux:
Come molti di voi sapranno non esiste “il Linux”, ma esistono varie distribuzioni (Ubuntu è quella che ora va per la maggiore). Non solo, esistono anche diversi “ambienti grafici”, cioè diverse interfacce, applicabili alle varie distribuzioni (le più famose sono KDE e Gnome). È comunque possibile individuare un “trend” su quello che riguarda l’utilizzo di alcuni elementi dell’interfaccia: tutti i desktop environment che io conosca forniscono, ad esempio, i cosiddetti “desktop virtuali”. Inoltre ultimamente si sta assistendo ad un progressivo “abbellimento” dell’interfaccia grafica dei sistemi Linux, sia essa KDE o GNOME. Gli sforzi sono tutti volti a realizzare un’interfaccia grafica molto intuitiva, ma anche bella a vedersi, che possa ridurre al minimo l’uso della “riga di comando” (così cara agli *nix User), così da rendere godibile il sistema anche a chi è alle primissime armi! Nella folle rincorsa al “bello”, spesso si finisce per peccare di tracotanza, creando effetti e “funzioni” decisamente inessenziali e spesso pacchiane. È questo (secondo me) l’effetto che si può ottenere utilizzando male gli strumenti offerti da software invece molto interessanti, quali Compiz e Beryl. La strada è, secondo me, quella giusta, salvo poi cadere per marchiane esagerazioni.

Mac OS X Leopard:
E cosa succede in casa Apple? Mac OS X 10.4, aka Tiger, rappresenta un passo avanti nel percorso delle GUI intrapreso da Apple, anche se manifesta ancora tutte quelle caratteristiche di una versione di transizione. L’interfaccia Aqua di Tiger gode infatti di un ottimo sfruttamento dello spazio, sia per quanto riguarda l’uso “classico”, utilizzando (come da tradizione) la barra dei menù, che massimizza lo spazio disponibile, sia nell’uso “avanzato”, offrendo lo strumento exposé. Questo modo di sfruttare lo spazio in 2D è sicuramente migliore di un approccio simil-3D, proprio perché l’interfaccia grafica è bidimensionale, o comunque organizzata a strati (o layer: dashboard, ad esempio, è uno dei vari layer). Dal punto di vista estetico e della pulizia, Aqua è sicuramente al top, tanto da essere imitata più o meno da tutti. Inoltre si è avuta una decisiva diminuzione delle trasparenze, per rendere l’interfaccia più chiara e leggibile. Le mancanze dell’attuale Aqua sono però almeno 2: manca un gestore di desktop virtuali nativo (si può risolvere con VirtueDesktop, ma non è proprio stabbilissimo) e poi vi è la totale mancanza di omogeneità degli stili. In Aqua coesistono almeno 4 stili: Aqua, Brushed Metal, Mail e iTunes 7. Fortunatamente si può correre ai ripari con UNO. Aqua è poi facilmente personalizzabile per quanto riguarda icone, wallpaper ecc.., ma molto meno dal punto di vista dei “temi”, poiché bisogna servirsi di software a pagamento (come ShapeShifter).
Sembra però che le cose stiano per cambiare, almeno per quanto riguarda desktop virtuali e omogeneità dell’interfaccia: Leopard adotterà infatti Spaces, un sistema con cui Apple riprende e reinterpreta l’uso dei desktop virtuali, in quella che sembra un’implementazione molto efficace e orientata all’essenzialità (ancora una volta sfruttamento 2D dello schermo). Oltre a questa notizia certa, girano in rete voci sul fatto che presumibilmente su Leopard vedremo una nuova interfaccia, chiamata “Illuminous”, forse finalmente del tutto unificata.
Se intanto vi mancano le trasparenze delle finestre, potete provare Afloat.

Alla fine di tutto io sono per il “less is more”: meno cubi rotanti, meno trasparenze e meno effetti “strani” dalla dubbia utilità. A Leopard chiedo questo, e naturalmente la correzione di quelle mancanze che ho evidenziato prima.

’nuff said