Il mercato dei computer sta cambiando, e di molto: non sono più i super computer, i desktop inamovibili a dominare le vendite, ma sono sempre più i laptop, i portatili e i portabili in genere, che trovano ampio spazio soprattutto nell’ambito universitario e in quello dei liberi professionisti. Sono sempre più, infatti, i cosiddetti “nomadi digitali” che, con la loro casetta informatica trasportabile, viaggiano in lungo e in largo senza alcun problema, adattandosi ai climi più rigidi ed ingegnandosi per portarsi appresso in sicurezza la propria abitazione digitale. In questa transizione da sedentario a nomade, qualche utente è rimasto indietro, magari per motivi economi o altro, e si trova così ad avere un disperato bisogno di portabilità, senza però essere dotato di un computer portatile. Questi sono quelli che io chiamo “i paguri digitali”: esemplari di utenti non dotati di un proprio hardware dedicato (quindi un po’ molluschi), che si aggirano con drive USB dalle capacità più disparate in cerca di un computer esterno che li possa ospitare ed offrire loro la possibilità di sentirsi finalmente a casa ovunque essi siano.
Ma come si può facilitare la vita a costoro? Esistono degli strumenti che rendano migliore l’esistenza di questa specie che resiste all’estinzione? Ebbene sì, qualcosa è stato fatto per aiutare costoro! Inizialmente sono state create le “applicazioni portabili“, versioni speciali di alcune applicazioni avviabili direttamente da un drive USB. Wow, grande invenzione! Sì, però hanno un piccolo problema: quasi nessuna di queste applicazioni è cross-platform, cioè indipendente dal sistema operativo usato. Inoltre occupano spazio (oltrea allo spazio dell’applicazione, c’è anche quello delle “preferenze” ad essa legate) sul supporto, togliendone ai documenti, e se il supporto non è abbastanza veloce le applicazioni girano lentamente. Successivamente si è pensato di installare all’interno delle chiavette USB un intero sistema operativo, che altro non poteva essere che Damn Small Linux! Bell’idea, sicuramente, ma con qualche problema: non si adatta perfettamente all’architettura di ogni computer: alcune periferiche potrebbero non essere riconosciute e, addirittura, il sistema potrebbe non girare su computer con processori non supportati. Inoltre è impossibile da usare in tutte quelle situazioni in cui riavviare il computer da drive USB non è possibile, come quando ci si trova di fronte ai computer dell’università in cui i privilegi sono molto limitati. Insomma, il povero paguro non ha le chiavi per entrare nella conchiglia, e quindi non se ne fa nulla!
Ma allora come fare? Beh, una soluzione ci sarebbe: affidarsi ai servizi online! Ad esempio, affidarsi a Google Docs & Spreadsheets per scrivere, salvare e gestire i propri documenti di testo e fogli di calcolo (ottima la possibilità di esportare in ODF), e poi a Gmail per le eMail, a Google Calendar per tenere sott’occhio gli appuntamenti, a Bloglines (o a Google Reader) per avere sempre con sé i propri feed RSS, Flickr o Picasa per le foto, eccetera eccetera eccetera. Ci si può pure appoggiare ad hard disk virtuali online, come quello di in.solit.us o di Box.net. Insomma, ci si può portare a spasso tutto ciò che ci serve, senza nemmeno bisogno di una chiavetta USB su cui installare le applicazioni: basta un computer connesso in rete e un browser per sfruttare tutte le potenzialità (e i rischi?) del Web 2.0! Se siete dei paguri a cui piace avere una conchiglia personalizzata, potete comunque scaricare una versione “portable” di Firefox, magari una cross-platform, o una per ogni OS (io per Mac consiglio Camino 1.1a1, che è di per sé portabile) e usare quella da chiavetta USB: io ad esempio ho un foglio di stile dedicato per modificare la grafica di Bloglines, altrimenti inguardabile! È ovvio che questa è una soluzione di compromesso, utilissima quando si va fuori casa per qualche tempo e non si vuole portare il computer (come quando vado dalla mia ragazza…), in un posto in cui vi è la connessione internet, mentre è completamente inutile se non si ha a disposizione una connessione. Da evitare come la peste, invece, i “sistemi operativi online”, come YouOS e via dicendo: troppo, troppo lenti e per nulla flessibili!
Si spera che un giorno il paguro, stressato dai continui cambi di conchiglia, si rassegni ad una più stabile dimora, benché non fissa, comprando un bel MacBook o un MacBook Pro! Eh, quando si sceglie una casa nuova, bisogna sempre pretendere il meglio!!

’nuff said