Post che c’entra poco con il Mac, ma qualcosina sì…

Ieri sono stato all’EICMA: Esposizione Internazionale del Ciclo, Motociclo e degli Accessori. Nonostante la “location” perfetta, il nuovo complesso fieristico della fiera di Rho (grandioso), mi sono subito accorto che c’era qualcosa di diverso dalla solita fiera: meno prototipi bizzarri e controversi, meno gadget (ma molti molti meno) e anche meno modelle. Non solo, ma secondo me è stato un po’ il salone della “latitanza”: le case costruttrici più grandi e importanti ben si sono guardate dall’affrontare problemi stringenti, come l’inquinamento e il risparmio energetico, accodandosi così a questa nuova corrente di pensiero tutta italiana (ma forse anche europea e occidentale in generale) che non è più in grado di pensare al futuro se non a quello più prossimo (tipo dopodomani…). Ma qualcosa di interessante l’ho visto…

Le moto Think Different
in rigoroso ordine alfabetico, i modelli che più mi sono piaciuti e che hanno proposto finalmente qualcosa di innovativo/diverso:
Aprilia Mana 850: stravolgimento estetico di un prototipo che mi ha sempre affascinato. Il risultato non è granché, ma la novità è tecnica: al motore 850 a V, da 75 cv (più che sufficicenti) è associato un cambio automatico del tipo a variatore continuo… tipo scooter, insomma! Gli ingegneri Aprilia, però, hanno lavorato affinché il sistema risultasse il più sportivo e prestazionale possibile, dando anche la possibilità al pilota di cambiare manualmente (ma col piede..) le marce, senza però dover schiacciare la frizione! Insomma, un bel mezzo per muoversi in città, dove l’uso del cambio è stressante, ma anche per fare qualche puntatina sui tornanti a scaricare un po’ di stress…
Bimota: tutte quante, nessuna esclusa, compresa la nuova Tesi 3D… più think different di così non si può! Prodotti per palati finissimi!
Harley Davidson XR 1200: per i nostalgici del XR 750, il preludio al ritorno di un mito? Moto decisamente fuori dal comune, con soluzioni tecniche di duecento anni fa (…) ma dal fortissimo impatto emotivo!
Track svedese, moto decisamente essenziale e ludica! Non si capisce come in tanta compattezza siano riusciti a piazzare un bicilindrico da 950cc. Peccato che giri basso ed eroghi “pochi” cavalli (85), comunque si tratta di una moto decisamente fuori dal comune!
Husqvarna STR 650 CRC: la casa varesina stupisce con questa new entry, progettata in persona da… Massimo Tamburini!! Il progetto nasce con l’idea di creare una moto “totale”, che costi meno di 8000 euro! Molto simile ad una Super Motard per impostazione di cilcistica e motore (un monocilincrico 650), si dimostra una moto polivalente, grazie ad un sistema di regolazione dell’assetto del telaio in continuo, tramite eccentrici. È progettata per essere usata tanto nel traffico cittadino quanto nelle gite in montagna o per piccoli spostamenti autostradali! Nonostante il prezzo, la dotazione è ricchissima e la firma di Mr. Tamburini è una garanzia in più!
Moto Guzzi Griso 8V: tornano le 8 valvole sui motori guzzi!! La Griso 8V è una moto veramente fuori dal comune, ce se fosse bianca con la melina in mezzo sarebbe praticamente perfetta!! Forza Guzzi!
Moto Morini 9 1/2: derivata dalla sorella “aggressiva”, la Corsaro 1200, la 9 1/2 (nove-e-mezzo) si presenta con una linea tutt’altro che banale, sebbene molto semplice! È la moto di tutti i giorni, a cui manca solo di diventare la moto per tutti: prezzi più bassi e cilindrate ridotte aiuterebbero molto! Spero che l’aquila di Moto Morini possa tornare a volare, proprio come quella di Moto Guzzi
Vectrix: interessante proposta ecologica per spostarsi in città! Trattasi di scooterone (mezzo che io detesto) spinto da un motore elettrico le cui prestazioni sono equiparabili a quelle di un monocilindrico 400. Autonomia di 110Km, tempo di ricarica di 2 ore (80% della carica), e qualche comodità (come l’acceleratore che funge da freno-recupero d’energia se girato in senso inverso al normale, e anche da retromarcia) e un prezzo tutto sommato interessante (6000 euro), fanno di questo scooter la vera star del salone (secondo me!). È l’unico stand in cui si è parlato di inquinamento e problemi ambientali, proponendo anche una soluzione!
Vun 650: sul serbatoio campeggia la scritta “Fada su a Milan, cònt il coeur e cònt i man” (fatta su a Milano, con i cuore e con le mani). Definirla una “special” non basta, perché questa moto è un’opera d’arte della tecnica, che viene già prodotta in serie! L’estetica e il motore scelti (un Rotax 650 monocilindrico) potranno non piacere, ma se ve ne intendete di moto e di meccanica, non potrete fare a meno di apprezzare il lavoro svolto su telaio e ciclistica! Questa moto è la dimostrazione che non servono tanti cavalli per divertirsi in moto!

Le moto Think Microsoft
Kawasaki, Yamaha, Honda: tre case ricche e che si possono permettere di spendere soldi in ricerca e sviluppo, presentano modelli banali, basati su idee già viste, e decisamente lontane dalla direzione che secondo me andrebbe presa, ossia la riduzione dei consumi e (quindi) delle cilindrate: Kawasaki porta i suoi missili a due ruote (bellissimi, non c’è che dire) e rincara la dose con i 1400 quattro cilindri, Honda mette l’air-bag alla Goldwing, ma non vale! La goldwing non è una moto, è un’auto senza tetto e con due ruote! Yamaha ripropone il solito polpettone, non aggiunge nulla a ciò che è già stato detto! C’è da dire che Kawasaki sta facendo molto per creare una “fascia media”, fatta dalle moto che montano i nuovi bicilindrici 650 (ER-6N, ER-6F e Versys) che è da premiare… ma si può fare molto di più! Insomma, l’innovazione sta a zero!
Suzuki: discorso a parte merita la Suzuki che con il prototipo B-King, raggiunge i più bassi fondali mai toccati negli abissi delle mostruosità motociclistiche.
Ducati 1098: ducati ducati, ma cosa mi combini!! Invece che puntare sull’italianità, mi tiri fuori un’estetica da vera Jap per il nuovo 1098! Invece che essere caratteristica e fuori dal comune, l’estetica è standardizzata: non dico che sia brutta, ma da una casa come Ducati ci si aspetta sempre qualcosa di più e di più coinvolgente! E poi che cilindrata è 1098, 999 non erano già abbastanza? La tendenza, purtroppo anche qui, è quella della corsa alle cilindrate esagerate!
Gilera GP800: immaginate uno scooterone, uno di quei mastodontici mezzi a due ruote con trasmissione automatica, il cui proprietario solitamente si sente il padrone della strada. Date al questo mezzo un motore 800 che è in grado di raggiungere i 200 orari! Ecco, avete fatto il GP800… qualcuno poi mi spiega a cosa serve??
Cagiva Mito 500: è proprio il caso di dirlo… mi è caduto un Mito! Ma come si fa a mettere un mono 500 quattro tempi su una moto che ha fatto del due tempi la sua filosofia di vita!! Ancora rimpiango l’Aprilia RS 250, un vero piccolo mostro, e spero davvero che all’Aprilia non si mettano in testa di seguire l’esempio di Cagiva! L’RS125 di casa Aprilia è bellissima, metteteci su un motore serio, ad esempio il 450 o 550 dell’SXV, che anche se non è due tempi, comunque spacca lo stesso (ed è bicilindrico) e le venderete come il pane!

Ok, questo è quello che mi ha colpito della fiera… e tutto il resto è noia!

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