Oggi sono uscito di casa letteralmente incazzato nero. Ho scoperto che nonostante la disponibilità di quattro settimane per la sessione estiva degli esami, mi ritrovo con quattro esami da dare nelle prime due settimane. Ma perché? Sicurissimo che i responsabili avranno fatto una sacco di elegantissimi e validissimi conti per arrivare a definire il calendario ma, probabilmente, hanno valutato male le condizioni al contorno.. risultato: darò solo due esami perché, nonostante siano nominalmente da 5 crediti (altri errori di calcolo…), c’è troppa troppa troppa carne al fuoco. Per fortuna tre quarti d’ora di piscina mi hanno sfiancato abbastanza (ci prepariamo per la grande staffetta del 6 luglio) e ora sono più rilassato. Vorrei però, comunque, fare una riflessione. In questi quasi tre anni di Politecnico ho imparato tante cose. Soprattutto ho imparato che, purtroppo, esiste una categoria di “personaggi” che si definiscono professori senza realmente esserlo. La mentalità retrograda, arcaica e chiusa di questi “professori”, fa si che i loro corsi siano solo delle lunghe corse ad ostacoli infarcite di inutili difficoltà: il loro scopo non è trasmettere cultura, ma tenersela stretta, confinata all’interno di una ristrettissima cerchia di eletti. Gli esami sono concepiti come veri e propri riti di iniziazione, con annessi gli inevitabili “sacrifici”, ma alla fine, anche passato l’esame, non si è imparato un bel nulla. Dato che un docente dovrebbe avere il ruolo di guidare l’allievo lungo un percorso formativo cercando, al contempo, di trasmettergli al meglio la propria cultura, per definizione, i personaggi di cui sopra, non sono bravi docenti: possono anche essere veri luminari nel loro campo, ma non sono bravi docenti! E chi ne fa le spese siamo noi studenti ma, soprattutto, la nostra intera società. Grazie a costoro ho letteralmente buttato al vento ore e ore della mia vita e ora mi ritrovo con l’acqua alla gola! Il fatto è che, anche riuscendo ad arrivare fino in fondo all’ennesima corsa ad ostacoli, non ci sarà alcuna soddisfazione, ma resterà solo tanta amarezza.

Fortuna che all’interno del Poli ci sono anche realtà come il CVV e tutto il “gruppone” connesso, corsi interessanti e docenti degni di questo nome che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a farmi amare il Politecnico di Milano. Purtroppo però il Politecnico non riuscirà mai a liberarsi di quei parassiti che prendono stipendi da docenti universitari senza però insegnare alcunché.

’nuff said