Quello di cui vi voglio parlare ha poco a che vedere con l’argomento principale del blog, ma è molto molto più importante. Si tratta di sicurezza in strada. Molte volte mi sono sentito dire che la “moto è pericolosa”: questa frase, sebbene contenga un fondo di verità, non è per nulla corretta. La motocicletta, i mezzi a due ruote in generale, non sono più pericolosi delle auto: hanno la loro forza nella sicurezza attiva (evitare ostacoli prima dell’impatto) e la loro debolezza nella sicurezza passiva (capacità di assorbire l’energia dell’impatto e di proteggere il conducente), esattamente al contrario dell’auto. Il vero pericolo per il motociclista non è la moto, ma viene dalle trappole che costellano le nostre strade, create dai progettisti folli che si occupano della costruzione delle strade. Il vero pericolo per noi motociclisti è che siamo considerati cittadini di serie B: è l’ignoranza che rende “pericolosa” la moto. Un esempio pratico: i guardrail (parcarri) in Italia hanno due distinte funzioni. La prima, quella per cui sono stati progettati, è evitare che le auto escano dalla carreggiata. La seconda funzione, che pochi conoscono, è ghigliottinare e sventrare il motociclista che ci scivola sotto: questo perché gli ignorantoni che hanno progettato i guardrail non hanno pensato che i paletti di sostegno dei paracarri sono delle vere proprie lame, che aumentano la loro “efficacia” all’aumentare della velocità di impatto.

Soluzione BANALE e non applicata: far continuare il profilo del guardrail fino all’altezza del manto stradale, senza che la loro funzione venga minimamente compromessa. In Francia e altrove lo stanno già facendo. Un altro pericolo tremendo per i motociclisti sono i pali (in realtà lo sono anche per gli automobilisti, ma in misura minore): vi siete mai chiesti perché negli USA i semafori sono appesi a cavi e non a pali? Perché se ci vai a sbattere di faccia, contro un palo, sei fritto. La soluzione non migliora se ci sbatti con un’altra parte del corpo: anche se magari stai andando piano, una martellata di acciaio a 30Km/h è un colpo fatale di sicuro, o quasi. Ma finché si tratta di elementi utili alla circolazione stradale, con tantissima forza di volontà, si può per un attimo soprassedere dall’intavolare una polemica. Ma certe cose, per me, non hanno minimamente senso. Cusano Milanino, Viale Marconi. Una strada che faccio, in entrambi i sensi, due volte al giorno col mio motorino. Fino a qualche tempo fa era una strada “normale”: qualche buca, carreggiata relativamente stretta, molti parcheggi e accessi laterali… normale amministrazione per ogni motociclista/scooterista. Grande idea dell’amministrazione comunale: costruiamo una pista ciclabile sul marciapiede già esistente, lo allarghiamo un po’ e la cosa è fatta. Fin qui, tutto bene… poi arriva la follia pura: una bella fila di pali assassini, in acciaio, alti un metro e qualcosa, relativamente vicini fra loro, piazzati a circa 2 centimetri dal manto stradale:

questi pali non hanno altro motivo apparente, se non quello di impalare il motociclista malcapitato di turno. Vorrei tanto sapere se al sadico che ha creato questo mostro è passata per un attimo, dentro la sua testolina, l’immagine dell’effetto che quel genere di pali fa quando la faccia di un quattordicenne ci finisce contro ai trenta all’ora. Non so più che dire… andrò al più presto al comune e poi, se non arrivano risposte, scriverò alle riviste di settori. Inoltre, a tutti quelli che pensano che la moto sia pericolosa “di per sé”, consiglio di “schiarirsi le idee” sul sito di Motociclisti Incolumi. Come disse Goya, riferendosi ad altro, il sonno della ragione genera mostri, che in questo caso tradurrei: “collegare il cervello prima di progettare una strada e ricordarsi che esistiamo anche noi motociclisti”.

’nuff said