Come ci divertiamo male noi aspiranti ingegneri! In questo periodo sono motlo molto preso con il Politecnico e, soprattutto, con il laboratorio progettuale del CVV (obiettivo: costruire un aliante, prima o poi). In questi giorni io e il mio gruppetto di irriducibili ci stiamo letteralemente sbattendo per imparare a fare dei pezzi con una tecnica teoricamente molto semplice: il taglio col filo a caldo. Per spiegare meglio il tipo di tecnologia di cui stiamo parlando vi allego un paio di immagini:


l’idea di fondo è quella di sagomare dei pezzettoni di una sottospecie di polistirolo (notare i termini tecnici) con un filo caldo che passando lascia solo “terra bruciata” dietro di sé. Semplice, vero? E invece no. Perché se le cose fossero semplici, dove starebbe il gusto di farle? Insieme alla macchina viene fornito un software per controllarla ed interfacciarsi cono essa… ecco, il software in questione è una ciofeca: Paint su windows è mille volte più evoluto. Non solo, ad oggi non è ancora stato trovato un manuale che spieghi il funzionamento e, magari, le caratteristiche della macchina! Ma secondo voi, potevamo mai scoraggiarci? No, con tanta pazienza, buona volontà e tanto tanto “espanso azzurrino” (la sottospecie di polistirolo) ci siamo ingegnati e abbiamo cominciato a capirci qualcosa. A proposito: un blocco di 1000x1200x300 mm di polistirolo costa (in un negozio in zona Bovisa) la modica cifra di 80 euro… con due di quelli mi faccio l’iPod Nano! A parte gli altri mille problemi, tutto sommato, mi sono anche divertito. Oggi mi sono pure costruito un rudimentale ventaglio con uno scarto di materiale (che, secondo me, è un po’ tossico…)… giusto per prendere un po’ la mano! 🙂
In  ogni caso, se tutto andrà per il verso giusto e rimarrà del tempo, e qualche scarto di espanso, voglio tentare un esperimento: andate un po’ a pagina 4 di questo PDF e provate ad indovinare cosa voglio fare… 
Ringrazio Macondo per avermi dato questa idea! Vi terrò informati!

’nuff said