L’inaugurazione del nuovissimo store di datatrade presso il centro commerciale Officine Miganti di Bologna, mi da’ la scusa per parlarvi di un’idea che mi è venuta qualche tempo fa e che (sempre per il principio per cui tutte le idee sono già state pensate) ha trovato applicazione proprio in questo nuovo Apple Store. Vi consiglio di visitare anche la galleria di immagini proposta da Macity. L’idea è semplice, banale direi: aprire un negozio apple in un centro commerciale, di quelli di nuova generazione. L’idea mi è nata da tre semplici osservazion. La prima consiste nell’osservare che nell’hinterland milanese è un continuo spuntare di centri commerciali, banche e cinema (spesso tutti mischiati e riuniti in un unica entità) al posto di ex aree industriali (poveri noi). Questi centri commerciali sono vere e proprie città, praticamente autosufficienti, uno potrebbe viverci senza mai uscirne. In un raggio di pochi chilometri troviamo: il Gigante, il Metropoli, il Centro Sarca, il Bicocca Village (al cui interno c’è una palestra con piscina olimpionica e accesso internet tramite iMac G5) e il nuovissimo centro commerciale Vulcano, decisamente mostruoso, con tanto di vie e piazze al suo interno. A pochi chilometri da quest’ultimo stanno costruendo quello che diventerà il secondo centro commerciale più grande d’Europa, e che sorgerà sull’area di un centro commerciale della passata generazione (di quelli a misura d’uomo). La seconda osservazione è che questi centri commerciali, soprattutto dal “Centro Sarca in su”, sono ottime “location” per piazzare una boutique con arredamenti moderni, semplici e dall’aspetto hi-tech: insomma, costituirebbero un bel contesto per la costruzione di un negozio Apple. La terza osservazione è che in centro a Milano ci sono quattro negozi Apple (Mac@Work rulez!) e altri due rivenditori (Mediawolrd e Fnac) nel giro di pochi chilometri, tra Viale certosa, Piazza Firenze e il Duomo; fuori da Milano, trovare un rivenditore che non sia il Mediaworld è un’impresa. A tutto ciò si aggiunga che con la fine delle scuole i centri commerciali sono letteralmente invasi da giovani e giovinastri che trascinano  i genitori (veri e propri borsellini viventi) alla ricerca disperata di un regalo “cool”, del computer nuovo, dell’iPod e di qualsiasi altra cosa possa avere a che vedere anche minimamente con l’istruzione, perché così anche papà e mamma sono contenti (è giusto un lampo, prima di vedere il prezzo dell’articolo). Non solo, i centri commerciali sono riempiti dai generi umani più disparati, dal censo e dall’appartenenza sociale più variegata. Aprire un Apple Store in un centro commerciale invece che in una via fighetta del centro avrebbe un significato del tipo: “Ehy, guardate quante cose cool e strafiche, però dai, se siamo in un centro commerciale vuol dire che non siamo poi così cari e snob“. Insomma una botta di visibilità presso un mercato eterogeneo e non di nicchia. Jobs una volta disse: 

Apple’s market share is bigger than BMW’s or Mercedes’s or Porsche’s in the automotive market. What’s wrong with being BMW or Mercedes?

peccato che, considerando la metafora dal punto di vista del sistema operativo, nel mercato dell’automobilismo non ci sia un costruttore che detiene il 98% del mercato e il problema “standard” è stato, in qualche modo, superato e normato: la benzina verde è la stessa per tutte le auto, ma poi se non compri la lampadina marchiata Mercedes, l’impianto elettrico da’ i numeri. Inoltre le case automobilistiche non devono disporre di sviluppatori e software house che sviluppino software specifici per il loro sistema operativo. La metafora risulta valida, infatti, solo se ci si riferisce al mercato dell’hardware, dove le aziende produttrici sono tante e variegate. Insomma, un po’ più di diffusione del Mac non farebbe proprio male, checché ne dicano i conservatori.
Poi il negozio potrebbe ospitare varie forme di intrattenimento/specchietti per le allodole/ristoranzione per attirare i clienti e convincerli a comprare l’iPod da loro e non dal tabaccaio all’angolo. Alla fine di tutto questo elegante ragionamento, quello che mi sfugge è: perché ancora nessuno ha aperto un negozio simile al datatrade di Bologna qui nell’Hinterland milanese?!

’nuff said

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