Qualcuno ha sollevato qualche obiezione sull’effettiva velocità della soluzione Mac OS X + Parallel Workstation descritta qualche post più in basso. Allora, diciamo subito che quella di Parallel non è una virtualizzazione pura, ma è un ibrido: in un sistema in cui la virtualizzazione (tra l’altro, questa parola non esiste in Italiano) è totale, si avvia un solo sistema operativo (Mac) nel quale si possono lanciare anche applicazioni per un altro sistema operativo, senza che la presenza di questo sistema operativo sia visibile: l’utente, in teoria, non si accorge di nulla, o quasi. Comunque, dato che pochi di noi si possono permettere un Mac Book PRO o un iMac Intel, ecco un video “girato” su un iMac Intel con 2,0GHz, 512MB di ram dedicati ad XP (1GB totale) e 256MB di vRAM. La “scattosità” del video è dovuta al programma usato per la cattura dello schermo e alla successiva trasformazione in flash, e non è da imputare ad un’accelerazione del video!
Le azioni eseguite non sono proprio il top per impegno del processore, ma non sono nemmeno banali. Si può notare qualche problemino di Windows nel “costruire” le finestre, ma questo l’ha sempre fatto! Ecco il video:

Se volete vedere qualcosa di più “tosto”, ecco un iMac Intel (specifiche ignote) alle prese con Photoshop CS2 su Windows, prima in versione “virtualizzata”:

Poi in versione “Dual Boot”:

Le differenze ci sono, ma non sono drammatiche!

Se non vi dovesse bastare, potete legger questa discussione su Macity ed in particolare questo commento. Se invece masticate l’inglese e volete approfondire il discorso emulazione/virtualizzazione fate pure un salto qui. Da quello che ho potuto leggere e vedere sembra proprio che la semi-virtualizzazione di Parallel sia abbastanza veloce, anche perché penso sfrutti la tecnologia Vanderpool (non le lavatrici…) dei nuovi Intel. Vi dico solo una cosa: se un giorno avrò un Mac Intel (spero di sì) difficilmente installerò il maledettissimo Windows! Con Mac OS X + Linux o Solaris si può fare tutto quello che si vuole. E poi, non dimenticatevi che Windows, anche su hardware Apple, è sempre Windows: con tutte le sue debolezze, le sue ingiustificate schizofrenie e i suoi problemi di sicurezza!! Per quanto riguarda il futuro delle applicazioni su Mac, io non mi preoccuperei: le applicazioni sviluppate per Mac continueranno ad esserlo, perché difficilmente la gente compra qualcosa che “non è fatto apposta per il suo sistema”, a meno che non sia indispensabile e che non esistano alternative. Lo stesso CEO di Adobe ha dichiarato che le applicazioni per Mac non cesseranno di esistere.

’nuff said!

ps: si potrebbe aprire un discorso filosofico su Dual Boot e Virtualizzazione! Usando il Dual Boot, avviando un sistema operativo diverso da Mac, il computer smette momentaneamente (sottolineo momentaneamente) di essere un Mac al 100% e si può assimilare ad un PC (attenzione, non un “normale PC”). Invece con la virtualizzazione questo problema non si presenta, perché Mac gira sempre ed è la base per poter sfruttare altri sistemi. Mi sta più simpatica la virtualizzazione. Diciamo che, come insegna l’epoca dei “Cloni”, un Mac si può dire Mac se e solo se si verificano due condizioni:

  1. L’hardware è prodotto da Apple (condizione necessaria ma non sufficiente)
  2. Il SIstema operativo utilizzato è una versione di Macintosh (condizione, a sua volta, necessaria ma non sufficiente)

Il verificarsi di entrambe le condizioni è condizione necessaria e sufficiente per poter affermare che il computer in esame è un Mac

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