Ad ogni reazione corrisponde una reazione (uguale e contraria ci dice la meccanica classica). Apple passa ad Intel, non potevamo che attenderci reazioni esagerate. Di sicuro questa scelta ha aperto molte opportunità: una delle più in voga fino a qualche tempo fa era quella di installare Mac OS X su un comune PC (ora ci si sta concentrando sul contrario: usare il Mac come computer su cui installare più OS). Ora come ora questa operazione, oltre a non essere proprio alla portata di tutti, è illegale, poiché nella licenza d’uso di Mac OS X è dichiarato espressamente che Mac va usato su hardware Apple, senza contare che Mac OS X è nato per girare senza problemi solo per una ristretta varietà di configurazioni hardware. Molti utenti hanno visto in questa cosa un vera e propria opportunità per Apple: diffondere velocemente e in grandi dosi Mac OS X dandolo in licenza ad altre costruttrici di hardware. Agli occhi di un osservatore attento, però, non può sfuggire il difetto di fondo: Apple fa i soldi vendendo computer, non vendendo sistemi operativi (come fa MS), e da un’operazione di questo genere ne uscirebbe devastata. Come faccio ad essere sicuro di ciò? Ce lo insegna la storia! Da sempre sono esistiti tentativi di portare i sistemi Apple su un “computer qualsiasi”, fin dai tempi dell’Apple II, quando ancora Macintosh nemmeno esisteva. Questi tentativi furono ben presto dichiarati illegali e Apple adottò serie di provvedimenti protettivi (basati soprattutto sulle ROM). Nel 1995 però ecco che arriva la svolta, una decisione che segnerà per sempre il destino di Apple e la porterà ad un passo dalla catastrofe: Mac aveva una diffusione di circa il 7% sul mercato mondiale(tenete conto che negli anni ’80 la percentuale era circa del 20%) e per recuperare la situazione Gil Amelio (l’allora CEO di Apple, dato che Jobs era stato silurato nel 1985) ebbe la furbissima idea di dare in concessione il sistema operativo (il System 7 e poi l’8) ad altre aziende produttrici di hardwer (tra cui la Motorola, che già produceva i processori per i Mac) a fronte del pagamento di royalties. Comincia così l’era dei cloni. I cloni dei Mac, benché visibilmente più brutti, avevano il vantaggio di costare meno! Addirittura alcuni di questi cloni avevano prestazioni più alte rispetto agli originali, come nel caso del DayStar Genesis MP che era a quel tempo l’unico “Mac” multiprocessore (in configurazione 2 e 4 processori). Il risultato fu che la Apple perse una marea di soldi (e di mercato) mentre queste società si arricchirono. Non solo, ci fu probabilmente anche un danno di immagine dovuto al fatto che la qualità hardware dei cloni non era sempre a livello di quella Apple e questo si rifletteva sulle prestazioni e la stabilità del sistema operativo. In parole povere, fu un vero e proprio fallimento, con risultati che tuttora possiamo vedere. Nel 1997 torna Jobs come CEO Apple e decide di rivedere il contratto con le società che costruivano cloni: l’obiettivo era alzare le royalties quel tanto che bastava per rendere i cloni sconvenienti e non più competitivi. Le case produttrici rifiutarono e così Jobs negò il rinnovo del contratto per i successivi sistemi operativi. Poco tempo dopo uscì Mac OS 9, che andò a sostituire il precedente system 8, andando così a concludere la “saga del clone” (chi legge l’Uomo Ragno sa a cosa mi riferisco). Questo “breve” ripasso di storia Apple ci può far comprendere perché non vedremo mai Mac OS X in licenza per PC: nonostante l’assetto di Apple sia molto cambiato e nonostante la fonte di forte guadagno aggiuntivo data dall’iPod, la scottatura è ancora molto recente e gli effetti devastanti di una tale operazione sono chiaramente visibili, scritti a chiare lettere nelle pagine della storia recente! Quello che sarebbe interessante vedere (secondo me) è una versione “di prova” di Mac OS X per PC: qualcosa di limitato nel tempo e nelle funzioni, magari disponibile gratuitamente per il download come “Live CD”… sarebbe un’esca perfetta

’nuff said

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